Jesi-Fabriano

Fedrigoni: dal Consiglio comunale aperto documento unitario per dire no a chiusura Giano

Nel documento si chiede alle Istituzioni, nazionali e regionali, di monitorare la situazione. Mentre all'azienda si chiede di procrastinare la decisione della chiusura della società Giano con conseguenti 195 esuberi

Consiglio comunale aperto a Fabriano

FABRIANO – Unità e ferma rivendicazione della propria storia legata, in modo indissolubile, alla carta. Questo l’esito del Consiglio comunale aperto per discutere dell’annunciata chiusura della società Giano da parte del Gruppo Fedrigoni con conseguenti 195 esuberi. Al termine del civico consesso, votato all’unanimità un documento inviato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri Urso e Calderone, al presidente della Regione Marche Acquaroli e agli assessori Aguzzi e Antonini, alle organizzazioni sindacali regionali e nazionali, al presidente del Consiglio regionale Latini e a Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni.

Nel documento si fanno riferimenti alle numerose crisi che hanno interessato Fabriano e il comprensorio negli ultimi anni, al fatto che la città è nel cratere sismico 2016, e si ricorda che la carta è il simbolo cittadino e che Fabriano è da sempre la “Città della carta e della filigrana”. Sono definite «carenti» le rassicurazioni del Gruppo Fedrigoni sul voler mitigare al massimo l’impatto occupazionale, si invita l’azienda a procrastinare la chiusura della società Giano fissata per il 31 dicembre prossimo e di delineare una prospettiva produttiva e occupazionale chiara, condividendo i passaggi con tutte le istituzioni locali e nazionali. Nel documento, si chiede alla Regione di seguire la vicenda attraverso il tavolo istituzionale, di assumere il territorio industriale del Fabrianese come “Centrale per la Regione” e fondamentale per la tenuta delle aree montane e interne. Ribadita anche la necessità di interventi finalizzati per il rilancio del distretto e dei servizi essenziali ai cittadini. Al Governo e al Ministero del Made in Italy si chiede l’apertura di un tavolo nazionale, di proporre al gruppo di procrastinare le decisioni assunte vincolandole alla definizione di impegni precisi per il rilancio produttivo e occupazionale, valutare tutte le opzioni per salvaguardare gli stabilimenti tramite nuovi acquirenti, e tra questi il Poligrafico. Infine, di assumere la questione del distretto industriale di Fabriano come “Questione nazionale”, di supportare il territorio inserendolo nella Zes unica o con l’estensione di un meccanismo di decontribuzione e di destinare investimenti innovativi nell’ambito della strategia nazionale di attrazione degli investimenti esteri.

La dichiarazione

«La lotta dei 195 lavoratori di Giano è la nostra lotta, i loro obiettivi sono in questo momento i nostri obiettivi. Siamo qui tutti per scongiurare un ennesimo colpo alla comunità, alle prospettive dei giovani, al loro futuro in questa terra. Alla città chiedo unità e fermezza in questo momento così difficile: è una battaglia questa che va al di là delle appartenenze politiche. Dobbiamo essere uniti e solidali. Uniti e solidali. Abbiamo la responsabilità di gestire questo momento cruciale per la storia della nostra città e per il futuro della manifattura legata alla carta. Facciamo sentire la nostra voce e uniamo le nostre energie e la nostra intelligenza per dare un futuro alla nostra città, al nostro territorio e alle famiglie che oggi vivono nella paura. Con l’apporto di tutti e di ciascuno, nessuno escluso. Ci aspettano giorni difficili, ma, come già successo in passato, ce la faremo. Ce la faremo a consegnare un futuro a questo territorio», le parole del sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo.