ANCONA – Sessismo ad un corso di sommelier per una ragazza fermana, ma «l’Ais Marche (Associazione Italiana Sommelier) non c’entra nulla». È quanto vuole ribadire il suo presidente, Stefano Isidori. «L’episodio sarebbe infatti accaduto ad un concorso nazionale che nulla ha a che vedere con l’Ais di Fermo». Quello del sommelier non è un mondo maschilista. Ci son tanti uomini, così come può capitare altrove».
«Vicende di questo tipo non dovrebbero più accadere. Noi, solitamente, proiettiamo l’immagine dell’uomo sommelier in pantaloni e della donna con la gonna, ma c’è assoluta libertà. La donna può indossare la cravatta, così come l’uomo può scegliere il foulard col relativo logo».
«L’importante è indossare abiti decorosi e che richiamino i colori dell’associazione. Penso alla giacca blu, al pantalone grigio, alla camicia bianca» – evidenzia Isidori. «Insomma, quello che è accaduto a Nicole è un episodio di anormalità. L’ho subito contattata, ma era tardi, perché aveva già intrapreso altri corsi altrove».
Isidori non solo ha dimostrato solidarietà ad Hesslink, ma l’ha persino invitata agli eventi dell’Ais Marche: «Le donne sono protagoniste, ce ne sono pure nel Consiglio regionale e mi pare che un terzo dei presidenti regionali sia donna».
Isidori insegna in un istituto alberghiero e anche nelle scuole c’è libertà, ormai: «Una volta, i regolamenti prevedevano la gonna per le ragazze, ora non più». E ancora: «Ricordo quando in prestigiosi alberghi le cameriere si licenziavano perché venivano costrette ad indossare la gonna, ma ripeto che oggi non dovrebbe più accadere».
I sommelier hanno solitamente una divisa di rappresentanza e una di servizio. «E non esistono differenze di genere per quelle di servizio. La donna indossa pantalone o gonna come meglio crede, secondo le sue preferenze».
«E comunque – conclude Isidori – è scientificamente provato che le donne siano più capaci degli uomini nel percepire i profumi del vino. Ecco, forse noi maschi siamo invidiosi di questo».
L’Ais Marche – estranea alla vicenda – ha voluto comunque esprimere solidarietà ad Hesslink: «Le ho chiesto scusa a nome dei professionisti del settore e l’ho invitata a frequentare la nostra vita associativa nella massima libertà, perché è importante essere sé stesse».