Ascoli Piceno-Fermo

A Fermo consiglio comunale aperto sulla sanità, Cisl Fp: «Servono ingenti investimenti»

La Cisl Fp si volge alla politica, al governatore e all'assessore alla Sanità e dice: «Le risorse pubbliche vanno riversate sulla Sanità pubblica»

FERMO – La sanità pubblica del fermano in sofferenza «a causa del mai risolto gap con altre realtà regionali, che negli anni, contrariamente a Fermo, sono state maggiormente finanziate e dotate di professionisti, strumentazioni di ultima generazione e di conseguenza professionisti in numero certamente superiore a quello assegnato alla Azienda di Fermo. L’ultimo schiaffo della giunta regionale alla Ast Fermo quindi ai cittadini residenti e al personale, è arrivato con la ridefinizione dei famosi “tetti di spesa del personale” con la quale all’Azienda fermana sono stati attribuiti 480mila euro rispetto, ad esempio, 1,2 mln di Ascoli Piceno o ai 5,2 mln dell’Azienda Universitaria delle Marche (Torrette). Questo ha significato minore possibilità assunzionale per la Ast Fermo nell’anno 2023 e 2024», spiega la Cisl Fp.

«È di grandissima importanza quindi l’iniziativa del Comune di Fermo, il cui sindaco è anche il presidente del Comitato dei sindaci della Ast, di convocare mercoledì 10 aprile, un consiglio comunale aperto sul tema della Sanità al quale sono stati invitati e sembra parteciperanno, il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini. La Cisl Fp sarà presente, rappresentata dai propri delegati ed Rsu della Ast Fermo. Molto importate sarebbe però la presenza del personale sanitario, amministrativo e tecnico della Ast per manifestare il disagio costante che vive nei posti di lavoro nonché dell’Ordine Professionale degli Infermieri di Fermo e di tanti cittadini che hanno a cuore la sanità pubblica nella nostra Provincia», spiega la Cisl Fp.

Che prosegue: «Non basta infatti solo lamentarsi con il chiacchiericcio da bar, per il vergognoso fenomeno delle liste di attesa o l’impossibilità di accedere ai Servizi diagnostici, ambulatoriali o specialistici della Sanità Pubblica. Il disagio e l’irritazione vanno rappresentati nelle sedi opportune soprattutto quando in esse sono presenti i massimi esponenti della politica regionale, responsabili di una riforma sanitaria, purtroppo rimasta incompiuta, che, al di là della propaganda, non ha migliorato la vita dei professionisti sanitari e neppure quella degli utenti-pazienti del territorio fermano».

«Inutile accapigliarsi sulle tecnologie o sui robot se prima non si risolve il problema atavico per il fermano del reclutamento di professionalità specializzate, professionisti sanitari, operatori sociosanitari senza creare posti letto in ospedale, rafforzare tutto il comparto amministrativo e tecnico, che rendano possibile un’assistenza adeguata e qualificata ai pazienti sempre più anziani e senza supporto familiare quindi dipendenti dall’opera insostituibile di infermieri ed OSS. Senza dimenticare tutta l’area territoriale e quella residenziale senza le quali il carico sull’ospedale Murri diventa insopportabile. Andrebbero stanziati per il fermano ingenti investimenti sulla rete territoriale e di servizi domiciliari, sul rafforzamento dei Punti di intervento territoriali per evitare che per qualsiasi problema anche semplice, i cittadini si riversino sul Pronto Soccorso, che scoppia e non ce la fa a rispondere a tutti i bisogni».

Al presidente della giunta e all’assessore alla Sanità, la Cisl Fp ribadisce «imperterrita, che la buona sanità pubblica non la si eroga solo con i medici che pure sono importanti. Serve una politica di rafforzamento massiccio sulle altre figure di professionisti sanitari che, va sottolineato, non sono di serie B ma fanno invece la differenza tra un’assistenza alla personale mediocre ed insufficiente con quella di alta qualità. Per quest’ultima però ci vogliono i mezzi e le risorse umane adeguate. I professionisti di Fermo hanno dimostrato volontà e disponibilità oltre ogni limite. Stanno subendo l’ennesima riorganizzazione interna al Murri ma non si raggiungono i risultati voluti facendo girare infermieri ed OSS come trottole impazzite. Anzi questo crea malumore e disamore verso il proprio lavoro. Non ci risulta invece che i medici vengano ugualmente sottoposti a continue ricollocazioni o riorganizzazioni, anzi.

Indice della disaffezione verso la sanità fermana è la montagna di euro che se ne vanno in mobilità passiva o per il ricorso al privato per chi ne ha la possibilità. Questo insieme al deprecabile fenomeno dei gettonisti sono i veri cancri che stanno ammazzando lentamente ma inesorabilmente la sanità pubblica della provincia di Fermo – spiega – La Cisl Fp vuole combatterlo e chiede alla Politica di invertire il trend. Quindi al fresidente Acquaroli e all’Assessore, sia i cittadini che i professionisti dovrebbero chiedere con forza d’invertire la rotta sulle risorse economiche da assegnare alle Aziende virtuose. Basta con il premiare quelle che splafonano fondi e budget, che non rispettano i limiti dei tetti di spesa per il personale ma poi vengono incredibilmente premiate grazie all’intercessione del politico di turno. Che fine faranno, caro Assessore Saltamartini i famoso 180 milioni di euro di cui 13 sono della Ast Fermo, tagliati (secondo Lei, accantonati) alla Sanità Regionale delle Marche? Con quali criteri, ammesso che siano veramente stati accantonati, verranno riassegnati o spesi? La Cisl Fp si augura, non con le stesse logiche dell’aumento dei tetti di spesa con i quali sono state premiate le Aziende che hanno splafonato senza nemmeno tentare alcuna riorganizzazione interna come ha fatto la Ast di Fermo.

Per la Cisl Fp «le risorse pubbliche vanno riversate sulla Sanità pubblica e non è giustificabile riversare milioni di euro pubblici sulla sanità privata come preannunciato dalla Regione Marche. Sarebbe una resa senza Se e senza Ma della Sanità Pubblica regionale. La Giunta non può alzare bandiera bianca difronte a liste di attesa chilometriche e ritardi inaccettabili sulle prestazioni e pensare di rifugiarsi in calcio d’angolo assegnando ai privati i compiti della sanità pubblica. I nostri professionisti, se messi in condizione di operare in numero e condizioni adeguate, sono assolutamente e qualitativamente preparati molto e meglio di gettonisti e mercenari delle strutture private».

All’Ast Fermo mancano all’appello decine d’infermieri e di Oss. «Attualmente sono 19 le infermiere non in servizio perché in congedo per gravidanza, 9 quelli in aspettativa per varie ragioni ai quali si aggiungono molti altri che beneficiano di permessi legge 104 ( 61 infermieri e 21 Oss), hanno contratti part time o hanno limitazioni e prescrizioni (115 infermieri e 80 Oss). Questo perché l’età media è sempre più alta e si va in pensione più tardi. Questo significa ben 38.760 ore in meno in un anno di assistenza infermieristica pari a 4.970 turni da coprire da parte degli altri infermieri. Una situazione difficile, solo parzialmente alleviata da infermieri a tempo determinato presenti in organico ma in scadenza tra pochi mesi proprio in procinto delle ferie estive. La situazione degli Oss è sostanzialmente critica come quella degli infermieri. Sono circa 1.650 i turni da coprire per assenze varie, che gravano sui colleghi presenti. È lapalissiano che la dotazione di queste figure, autorizzate dalla Regione nel piano di fabbisogno, è del tutto insufficiente».

Quindi si conclude: «Su questi problemi concreti e che condizionano la qualità dell’assistenza resa ai cittadini, il Presidente e l’Assessore dovrebbero dare mercoledì 10 aprile delle soluzioni altrettanto concrete e non fare i soliti discorsi sui massimi sistemi di economia o lezioni di legislazione sanitaria che ai cittadini, malati, anziani, non autosufficienti o alle famiglie che hanno un congiunto con malattie croniche in casa, poco importano. Altrimenti sarà la solita passerella oppure un modo per farci pesare il regalo del famoso robot chirurgico, credendo che con questo tutte le criticità della sanità fermana possano considerarsi superate».

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