ASCOLI – Il comitato Ferrovia Salaria di San Benedetto presenterà sabato pomeriggio, 9 maggio, alle 16:30 in un webinar, lo studio di fattibilità per il collegamento ferroviario tra il Piceno e Roma. Lo studio risale al 2003 ed era stato redatto dall’ing. Ciarrocchi su incarico del Comune di Ascoli.
Nell’occasione sarà anche illustra una proposta per la realizzazione di un’infrastruttura ad idrogeno verde, in grado di fornire alternative tecnologicamente avanzate ai progetti che si stanno valutando negli ultimi mesi. Interverranno tra gli altri al webinar i senatori cinquestelle Mauro Coltorti (presidente della Commissione Lavori pubblici) e Giorgio Fede, oltre all’on. Gabriele Lorenzoni. A loro il compito di illustrare la stato dell’arte del programma, in sede parlamentare.
Naturalmente all’incontro parteciperà anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, che aveva lanciato per primo l’idea di un Manifesto per la “Ferrovia dei Due Mari”, per raccogliere adesioni istituzionali e sociali affinchè l’iniziativa fosse finalmente sostenuta dal Governo. Il Manifesto, preceduto da una lettera al Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, ha avuto la sottoscrizione e il consenso esplicito di tutte le principali organizzazioni produttive di categoria.
L’auspicio del Comune di Ascoli e degli altri sostenitori, è che si riescano ad ottenere i fondi necessari per costruire l’opera, tra Ascoli e Antrodoco (Rieti) circa 70 km – 800 milioni di euro stimati – attingendo dalle future risorse europee del Recovery Fund. Alcuni partiti, come il Pd di Ascoli però, hanno sollevato dubbi sulla possibilità concreta di riuscire a reperire quei finanziamenti, indispensabili per lo scopo, sollecitando il sindaco Fioravanti a far intervenire la Regione Marche nel progetto.
Al momento nessuno sa come e quando l’iniziativa per la costruzione della ferrovia che dopo un secolo potrebbe collegare finalmente il sud delle Marche con Roma, avrà degli sviluppi reali. Troppe volte nel passato il programma è stata fermato e rinviato. Da sottolineare l’impegno costante in questa direzione da parte della sezione ascolana di Italia Nostra, che da anni – quasi in solitudine – organizza convegni pubblici per perorare la causa dell’infrastruttura, che sarebbe di grande aiuto anche e soprattutto alle comunità e ai paesi dell’area appenninica, marchigiana e laziale, isolate più di altre e servite solo da una strada come la Salaria.
L’associazione però, attraverso il suo combattivo presidente Gaetano Rinaldi, chiede che si metta in campo una soluzione tecnica a basso impatto ambientale, con poche gallerie laddove indispensabili, e non un intervento che prefiguri l’Alta velocità ferroviaria, così come sembra sia nelle intenzioni delle imprese. A questo punto c’è da domandarsi: questa volta sarà davvero quella buona? Molti ci credono, anche se tutto dipenderà dalle risorse di origine europea che si potranno utilizzare.