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Festa della liberazione a Pesaro, Ricci: “Basta ambiguità, combattere razzismo e disvalori”

Il sindaco è intervenuto alla cerimonia. "La libertà non è divisiva, la nostra identità è democrazia e uguaglianza"

Le celebrazioni in piazzale Collenuccio

PESARO – Celebrazioni per la festa della liberazione. Il 78esimo anniversario della Liberazione d’Italia ha visto alle 9, la messa in memoria dei caduti per la libertà in Cattedrale. Alle 10, la deposizione delle corone al sacrario di piazzale Collenuccio e, alle 10:15, alla cappella votiva di Sant’Ubaldo (largo Mamiani). Da lì, alle 10:45, il corteo di autorità, associazioni e cittadini, si è mosso verso il Monumento alla Resistenza. 

Dopo la deposizione delle corone delle 11, in piazzale Falcone e Borsellino, sono intervenute le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e del rappresentante degli studenti.

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci è intervenuto: «Il 25 aprile è la festa nazionale del ringraziamento. Oggi diciamo grazie a tutti coloro che, con il loro sacrificio e senza esitare, hanno scelto di stare dalla parte giusta, contro il regime fascista e l’invasore nazista, contribuendo a liberare il nostro Paese.

La storia viene scritta dai vincitori, è vero. E per fortuna, altrimenti non esisterebbe la Democrazia, l’Europa sarebbe stata nazista, e non avremmo avuto il privilegio di vivere in libertà. Nel 1945 il fascismo è stato sconfitto grazie a scelte di uomini coraggiosi, oggi sta a noi, ogni giorno, combattere il razzismo affinché certi disvalori non intacchino la nostra società.

Basta ambiguità sul 25 aprile. Soprattutto da chi, come me, ha l’onore di rappresentare i colori del nostro Paese. La Liberazione non è divisiva, lo è soltanto per chi non ha fatto i conti con la storia o continua a parlare di supremazia della razza. La nostra identità è chiara e si fonda sui valori della Resistenza: l’uguaglianza, la libertà, e la democrazia. Difendiamoli, come fecero 78 anni fa tanti eroi come Fastiggi, Cecchi e De Sabbata. Oggi, come allora, siamo dalla parte della resistenza, quella del popolo ucraino e contro l’invasione russa. Ma al tempo stesso chiediamo un negoziato di pace per porre fine a una guerra atroce nel cuore dell’Europa. Viva la Resistenza, viva il 25 aprile e viva la Repubblica Italiana».

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