PESARO – Festa dell’Unità, l’opposizione critica la location e il logo.
Il Movimento 5 Stelle parte da una riflessione di un cittadino rispetto al nome della kermesse che si terrà in centro storico dal 29 agosto al 2 settembre: Festaunità Pesaro 2019.
«Perché l’hanno chiamata Festa Pesaro? – chiedono polemicamente i consiglieri pentastellati – Quando altro non è
che la festa di un partito. Perché nessuno ha chiesto il mio parere per utilizzare il nome della mia città per una festa di una sola parte dei suoi cittadini? Perché io che intravvedo in quel partito uno dei responsabili della disfatta del nostro paese devo permettergli di collocare la Kermesse nel centro della mia città?
Nella festa le attrazioni sono gratuite, il cibo è a basso costo, un
modo simpatico per passare qualche giorno a tarallucci e vino, un modo fine per distogliere il pensiero greve; ma la situazione della crisi, al di fuori della Kermesse, non cambia, la gente continua ad essere spaventata, affamata, la preoccupazione non è più per il futuro ma per il domani che molti non vedono. La festa è per i loro elettori (sempre meno) non importa cosa pensano
gli altri cittadini di serie B».
Dello stesso tenore Fratelli D’Italia. «La chiamano Festa Democrat, ma di democratico non ha nulla, anzi è un’iniziativa che tende ad escludere una larga parte dell’elettorato e dei cittadini. Sono ormai diversi anni che il salotto buono della città viene utilizzato, per la Kermesse (sempre più ridimensionata), ad esclusivo uso del partito del sindaco Ricci. Poco importa se ci saranno nuovi divieti di circolazione e sensi di marcia di alcune vie invertiti, creando non pochi problemi a residenti e commercianti, l’importante e dare fiato alla propaganda. Come gruppo Fratelli d’Italia Pesaro, non ci stancheremo mai di denunciare questa mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, degli abitanti della zona e soprattutto dei turisti, costretti a subire la prepotenza di un partito che, come dimostrano anche gli ultimi avvenimenti a livello nazionale, non disdegna di aggrapparsi all’ancora di salvezza degli acerrimi nemici pentastellati, pur di non fare affondare una baracca, ormai alla deriva, trascinata dalle sue contraddizioni e dissidi interni».