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Filottrano, teatro gremito per il dibattito sulla sicurezza stradale in memoria di Michele Scarponi

Presente anche il fratello di Scarponi, Marco, che si sta muovendo per sensibilizzare le persone sul tema della sicurezza stradale. Stamattina, 3 febbraio, il dibattito si è spostato alle scuole medie

Michele Scarponi

FILOTTRANO – Si è parlato di sicurezza stradale ieri sera, 2 febbraio, al teatro Torquis di Filottrano, con particolare riferimento alle categorie più vulnerabili: pedoni, ciclisti e motociclisti. L’incontro è stato promosso in memoria di Michele Scarponi, il ciclista filottranese deceduto nell’aprile scorso in un incidente mentre era in sella alla sua bici. Teatro gremito per ascoltare gli interventi di Paola Giannotti, atleta, Stefano Guarnieri dell’associazione “Lorenzo Guarnieri onlus” (suo figlio che venne investito a Firenze), Marina Romoli, l’ex campionessa di ciclismo oggi sulla sedia a rotelle, Marco Cavarso di Accpi, associazione corridori ciclisti professionisti italiani, e rappresentanti della Polizia municipale. Il tutto alla presenza del fratello di Scarponi, Marco, che si sta muovendo per sensibilizzare le persone sul tema della sicurezza stradale. L’incontro è stato presentato e moderato dal giornalista Stefano Rispoli.

Il palco con i relatori (Marco Scarponi il secondo da sinistra)
Il palco con i relatori (Marco Scarponi il secondo da sinistra)

«Gli incidenti stradali sono un costo enorme in termini di vite umane e disattenzione, mancata precedenza e alta velocità ne sono i principali responsabili – ha detto il sindaco Lauretta Giulioni –. Nel 2016 in Italia si sono verificati 175mila e 791 incidenti stradali con lesioni, che hanno provocato tremila e 283 vittime. Una strage inaccettabile. Il messaggio è stato quello della necessità di una sensibilizzazione sull’importanza del rispetto delle regole e sullo sviluppo del senso civico. Dobbiamo ricordare sempre che la vita umana è un bene infungibile, l’unico che non può essere restituito. Non può esistere alcuna forma di riparazione, solo un risarcimento del danno. Nulla ci può restituire la persona. Nel racconto dei relatori tutti interessati, personalmente o in ragione dei propri figli, da incidenti altamente lesivi o mortali, ha colpito la descrizione dell’arroganza di chi, responsabile di un incidente, ha combattuto con ogni mezzo per cavarsela, senza mai presentarsi per chiedere scusa alla vittima o ai suoi familiari. È necessaria una mobilitazione per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del rispetto delle regole, sulla necessità di sviluppo del senso civico contro l’indifferenza e le cattive condotte di guida, insomma una battaglia di civiltà in ragione della sicurezza stradale cui tutti noi siamo chiamati senza possibilità di tirarci indietro, perché sulla sicurezza siamo tutti in prima linea». Il dibattito continua stamattina alle scuole medie.