Non c’è sicurezza stradale senza mobilità sostenibile. Lo fa sapere la Fondazione Michele Scarponi, che – insieme alle associazioni Fiab, Kyoto Club, AMODO, Clean Cities Campaign, Legambiente – ha inviato oggi una lettera con richiesta di confronto urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, in risposta alle dichiarazioni in tema di sicurezza stradale e dei provvedimenti previsti.
Nei giorni scorsi il ministro Matteo Salvini ha anticipato una serie di iniziative per potenziare la sicurezza stradale e contrastare il fenomeno dell’incremento degli incidenti e delle vittime della strada, tra cui un sistema di sanzioni più efficace e la revisione del Codice della strada. Tra le misure prefigurate, anche l’introduzione, su monopattini e biciclette, di casco, immatricolazione, targa e frecce.
Nella lettera inviata, le associazioni per l’ambiente e per la sicurezza stradale, scrivono che «per garantire la sicurezza stradale è necessario sviluppare la mobilità sostenibile che, come accade da anni in Europa e come scientificamente provato da numerose ricerche, è unica via per arrivare a risultati concreti e per ridurre la strage sulle strade, prima causa di morte per i giovani in Italia».
Per la Fondazione intitolata al grande ciclista marchigiano, vincitore del Giro d’Italia nel 2011 e scomparso a causa di un incidente il 22 aprile 2017, «le misure annunciate dal Ministro Salvini, come gli interventi repressivi sui ciclisti e gli utenti della micromobilità elettrica (che sono due utenze diverse e non vanno confuse), non inciderebbero affatto sull’attuale strage stradale ma anzi ritarderebbero un vero cambiamento nei comportamenti alla guida, necessario per fermare la terribile tendenza di cui l’Italia detiene in Europa il triste primato (un incidente ogni due minuti e mezzo e un morto ogni tre ore causato da un mezzo motorizzato e il più alto numero di morti in ambito urbano)».
Citando dati Istat del 2021, le associazioni spiegano che «per salvare vite umane, sono, invece, prioritari gli interventi sulle prime cause di incidenti in Italia (distrazione alla guida, velocità eccessiva e mancate precedenze), attraverso l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, l’abbassamento della velocità urbana e l’inasprimento di controlli e sanzioni contro la violazione dei limiti e la guida distratta dall’uso degli smartphone. Va ovviamente nella direzione giusta contrastare anche chi guida sotto l’influsso di alcool e droghe, sapendo però che tali comportamenti sono causa di solo il 4% degli incidenti (6.500 su 151.875 totali, dati Ministero dell’Interno)».
Prendendo comunque atto dell’impegno manifestato dal ministro Salvini sul tema della sicurezza stradale, Fiab, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi, Amodo, Clean Cities Campaign e Legambiente ribadiscono l’urgenza di un tavolo di confronto sulla revisione del Codice della Strada e chiedono di entrare nel Tavolo sulla Sicurezza stradale annunciato, «per potersi confrontare sulle effettive priorità di intervento e per l’avvio di politiche rapide che incidano efficacemente sull’attuale modello di mobilità, che genera costi umani e sociali inaccettabili».