SERRA SAN QUIRICO – Torna al suo antico splendore “La fonte di piazza”, il monumento simbolo della comunità di Serra San Quirico. “La fonte di piazza” viene così chiamata da Domenico Gaspari nelle Memorie Storiche di Serra San Quirico, che cita una delibera comunale del 17 maggio 1433, nella quale si stabilisce “la ristaurazione della fonte di piazza”. Nello Statuto comunale di quel periodo si leggono norme rigorose per l’uso dell’acqua e per il mantenimento della fontana. Anche oggi la tutela della ricchezza naturale e dell’acqua è un sentimento condiviso nella comunità serrana, ecco perché questo restauro ha anche forti connotati ambientalisti.
Soddisfatto dell’operazione il sindaco di Serra San Quirico Tommaso Borri. «L’Amministrazione comunale ha promosso il restauro per riportare la pietra al colore originario, visto che era completamente divenuta scura a causa del tempo e dei numerosissimi ritocchi. Inoltre, con il restauro si sperava di trovare, come in effetti sono state trovate, le condutture che partivano dalla fontana per alimentare numerose fontane pubbliche. L’Amministrazione comunale ringrazia a nome dell’intera comunità serrana la Togni S.p.A., che ha accolto con entusiasmo e grande generosità il progetto per far ritornare la fontana di Piazza della Libertà agli antichi splendori».
Paola Togni, Amministratore Unico della Togni Spa, ricorda come l’azienda sia stata molto contenta di collaborare con l’Amministrazione comunale per il restauro della fontana. «Un segnale di vicinanza al nostro territorio nel quale facciamo impresa da più di 50 anni. Grande il valore simbolico anche per noi che nell’acqua troviamo il senso del nostro lavoro e del nostro essere produttori per natura».
L’operazione di restauro è stata realizzata dalla dottoressa Anna Maria Duranti. «La fontana realizzata in pietra calcarea bianca, si trovava in pessimo stato di conservazione, completamente nera, aveva una serie di stratificazioni di sporco e degrado ambientale in parte procurato dall’uomo. Le piccole dimensioni della piazza sono concausa della frantumazione degli angoli, smussati a causa degli urti di mezzi meccanici. Maldestri interventi di restauro si sono succeduti nel tempo, testimoniati anche dalle numerose stuccature, stesure di cemento e altri materiali incongrui che ricoprivano gran parte della pietra. L’intervento di restauro si è articolato nelle seguenti fasi: pulitura con rimozione di alghe, funghi e licheni, pulitura definitiva con rimozione delle incrostazioni carbonatiche per l’eliminazione dei materiali aggiunti ed impropri, consolidamento delle scaglie di pietra distaccate, stuccature e rifacimento delle parti mancanti, protettivo finale».