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Fossombrone, detenuto sorvegliato speciale usava il cellulare in cella

Il Sindacato degli agenti di Polizia Penitenziaria rivelano il ritrovamento: «Necessario dotare il personale di strumenti tecnologici adatti per effettuare i controlli»

Il carcere di Fossombrone, foto da Google

FOSSOMBRONE – Un detenuto sorvegliato speciale, uno di quelli in regime di alta sicurezza per reati legati ad associazione a delinquere. Eppure gli agenti di polizia penitenziaria hanno trovato un cellulare all’interno della sua cella.

A darne notizia sono Nicandro Silvestri e Gianluca Tricarico, rispettivamente Segretario regionale e segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). 

«Il cellulare era stato abilmente nascosto e solamente grazie allo scrupolo dei Poliziotti Penitenziari è stato trovato durante una perquisizione. È di dimensioni molto ridotte e questo ci fa rinnovare la richiesta al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di predisporre con urgenza interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani». 

Per il Sappe «La polizia penitenziaria si conferma un istituzione sana, che quando ben coordinata e diretta come avviene nella realtà Fossombrese da un comandante del reparto Marta Biancoe dalla direttrice Daniela Valentini, diventa una realtà d’eccellenza».

«Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sappe – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo». 

Anche per questo il Sappe chiede ai vertici ministeriali un netto «cambio di passo» nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere «a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Fossombrone rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria».