C’è anche Francesca Ballarini nei titoli di coda de “L’acqua non muore mai, 5 domande sull’Alzheimer e l’identità”, il docu-film che sarà presentato in prima ufficiale mercoledì prossimo, 14 settembre ore 20, al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna. Con il suo segno poetico e delicato, l’artista jesina – nome d’arte “Io e Nina” – firma i disegni originali che scandiscono le cinque storie raccontate nel documentario sull’Alzheimer e sulle demenze, scritto e diretto da Barbara Roganti e prodotto da Open Group, Be Open e Filandolarete. Le musiche originali sono di Mauro Montalbetti e le elaborazioni elettroniche di Mirto Baliani.
Siamo una società che invecchia rapidamente, e che allo stesso tempo vive un pregiudizio nei confronti dell’essere anziani. Tra i terrori più grandi ci sono la perdita dell’autonomia, dell’identità, e l’onere doloroso dell’accudimento. Il documentario affronta questi temi non con l’intento di fornire una soluzione ma di cominciare a porre domande nuove. Partendo da alcune frasi scritte da pazienti con diagnosi d’Alzheimer, percorre un viaggio fatto di incontri e piccoli cambiamenti quotidiani, per arrivare a scoprire che anche l’Alzheimer può offrire anche una opportunità di crescita, e che è possibile costruire protesi utili la memoria.
“Ancora oggi, l’Alzheimer è una malattia che fa paura. La conosciamo ancora poco, è vero. Ma con questo lavoro abbiamo capito che non c’è davvero nulla di spaventoso, e lo vogliamo dimostrare”, fa sapere la produzione. “L’acqua non muore mai è un racconto fatto di storie buone, di parole che sanno costruire, di persone che si occupano di qualità della vita, di bellezza, di relazione”.
Ma perché questo titolo? Ogni volta che una persona con Alzheimer o demenza entra in un ambulatorio le viene chiesto, tra le tante domande, di scrivere una frase. L’acqua non muore mai è una frase scritta da una persona con demenza. Lette una dopo l’altra, queste frasi sembra che raccontino una storia, o forse sono tante storie, come quella di Giuliana e della sua famiglia che fa da guida in un racconto in cui la biografia si sbriciola in frammenti, la relazione diventa più importante del ricordo, e cominciamo a intuire i tanti significati che può assumere la parola identità.
Tutte queste parole, pensieri e desideri di uomini e donne con Alzheimer o demenza sono state consegnate alla disegnatrice Francesca Ballarini per dare loro un corpo oltre che una voce; ne sono nati dei bellissimi manifesti da lei illustrati e inseriti tra le riprese del documentario.
Racconta l’illustratrice marchigiana: «Barbara Roganti, autrice e regista del docufilm, ha raccontato di ciò che è difficile raccontare da soli, con la leggerezza di un passo che va da una ninfea all’altra, per non annegare nulla. A suo tempo mi chiamò per disegnarle quelle frasi, scritte da tante e diverse mani, loro da sole di fronte a un foglio bianco. Farne forma, poster, locandina, di senso, di buco, di petto di polso che vibra, pensiero protagonista — e poi fare anche qualcos’altro nel film, che io non sapevo ancora, e che ho visto solo poi. Il 14 settembre, finalmente, verrà proiettata la prima de “L’acqua non muore mai” alla Cineteca di Bologna. Vi aspettiamo, la visione è aperta, che si sia consci di quel che si parla, ma soprattutto, soprattutto dico io, se non lo si è. Son lampi che dovrebbero arrivare ovunque, a tutti, piazze strade case e cinema e schermi e schermucci, per tutta la grazia che c’è dentro, di chi guarda e ascolta, di chi suona, e di chi ci racconta, vitale: “Come stai?”».