ANCONA- 617 opere danneggiate dal sisma, trasportate nel deposito allestito presso la Mole vanvitelliana. Si tratta di circa 850 parti o frammenti di dipinti, arredi sacri, reperti archeologici, apparati liturgici recuperati in 30 siti, in 15 comuni della province di Macerata e di Ascoli Piceno. A visitare il grande ricovero di opere d’arte ferite, il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, dopo aver fatto tappa a Camerino, Matelica e Osimo per l’inaugurazione a Palazzo Campana della mostra “Capolavori dei Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma”. I beni sono stati recuperati dalle macerie e dagli spazi divenuti inagibili su tutto l’ambito regionale: chiese, conventi, musei civici. Grande il lavoro delle squadre di tecnici MIBACT, dei carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Ancona e dei vigili del fuoco.
«Le polemiche sono ingiustificate. È stato fatto e si sta facendo un grande lavoro per salvare le opere d’arte, perché molto spesso il salvataggio richiede operazioni complicatissime con i vigili del fuoco per estrarle dalle macerie. Il Ministero ha individuato 3 grandi depositi: uno è questo di Ancona, un altro è in Umbria e un altro nel Lazio. Molte altre opere invece, sono rimaste nei territori di provenienza in quanto c’erano dei luoghi sicuri, adatti per accoglierli. Qui ci sono circa 600 opere, il 10% di quelle che sono rimaste nei comuni. Penso che non deve esserci nessun dubbio: tutte le opere torneranno nei luoghi dove sono state salvate» afferma il ministro Franceschini.
«La data della visita nelle Marche è stata scelta dal ministro Franceschini, un segno dell’amore per l’arte. Fra le priorità della ricostruzione abbiamo sempre messo quella del patrimonio culturale e dell’identità del territorio. Le Marche, infatti, non sarebbero tali senza questi beni preziosi – commenta il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli-. Tutta la macchina che si è messa in moto per il recupero, la conservazione e la possibilità di tornare a fruire di questo valore, dentro il percorso complessivo della ricostruzione, è un fatto di grande importanza».
Ogni opera è censita e registrata, inoltre, all’interno del deposito alla Mole; è in via di allestimento anche un laboratorio di pronto-intervento e messa in sicurezza per intervenire sui beni maggiormente danneggiati che necessitano di un’azione di consolidamento. Ad occuparsene, i restauratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. «Da una parte è un’emozione molto forte in quanto sembra di entrare in un ospedale. Le opere d’arte sembrano persone ferite – commenta il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli-. Siamo orgogliosi di mettere a disposizione la Mole, di poter essere al servizio della comunità regionale». Al termine della visita, il Ministro Franceschini ha incontrato gli operatori della cultura e del turismo delle Marche.