ASCOLI – La Procura di Ascoli ha aperto un fascicolo sulla fuga di gas avvenuta il 7 gennaio alla scuola dell’Infanzia di Comunanza. L’ipotesi di reato è quella di lesioni personali colpose. Il procedimento è stato avviato dopo le comunicazioni e le informazioni fornite sull’episodio dai carabinieri del paese, che indagano insieme al Servizio di Prevenzione dell’Area Vasta 5 dell’Asur.
Sotto accusa l’impianto di smaltimento dei fumi della caldaia dell’edificio di via Pascali, dove temporaneamente si svolgevano le lezioni in attesa che terminassero i lavori di ristrutturazione della nuova scuola locale.
Nella mattinata del 7 gennaio, intorno alle 11 le esalazioni di monossido di carbonio, secondo i vigili del fuoco, sarebbero forse state all’origine dello svenimento di 4 bambini di età inferiore ai 5 anni, oltre che di una maestra presente in un aula della struttura, ex asilo di proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento. Per loro accertamenti al Pronto Soccorso che però non hanno evidenziato conseguenze gravi, tanto da portare al rapido miglioramento del loro stato di salute.
Ma è evidente che se non fosse stata decisa la rapida evacuazione dell’istituto, da parte del personale presente e prima che arrivassero i vigili del fuoco, gli effetti della perdita di gas potevano essere molto peggiori. Anche perché il monossido di carbonio, inodore e incolore può diventare letale in poco tempo.
Per questo un gruppo di 10 genitori degli alunni della scuola dell’Infanzia dell’Istituto inteprovinciale dei Sibillini ha deciso di presentare denuncia querela contro ignoti per quanto accaduto. E questo tramite l’avvocato Olindo Dionisi che ha anche richiesto il sequestro dell’immobile di via Pascali.
«Noi non vogliamo accusare nessuno – dice l’avv. Dionisi – ma solo chiarire la dinamica dei fatti ed accertare le eventuali responsabilità per quanto si è verificato il 7 gennaio».
Altri genitori degli alunni della Materna si stanno comunque aggiungendo al primo gruppo per sostenere il lavoro del legale incaricato di seguire il caso. Sembra che nel recente passato siano state evidenziate dai residenti altre carenze dell’edificio dove al momento sono ospitati gli 80 piccoli della scuola materna del comprensorio montano. Forse anche un’altra perdita di gas, anche se non vi sono conferme ufficiali di questo.
Era il vecchio edificio gestito da religiose idoneo a far tenere le lezioni di cosi tanti bambini, anche se per breve periodo? E il suo impianto di riscaldamento era stato revisionato o controllato nelle ultime settimane?
Domande a cui gli inquirenti devono cercare di fornire una risposta. Ieri il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni ha detto che ognuno dovrà assumersi le sue reponsabilità per la vicenda, ma prima bisognerà accertare le cause reali dell’incidente. Cause tecniche che avranno certo bisogno di tempo per essere svolte, con perizie e verifiche approfondite sugli impianti e sulle condizioni dell’edificio.
Fino ad allora sarà difficile arriverà ad una verità dei fatti. Nei prossimi giorni se ne potrà sapere di più. Intanto i genitori dei bambini coinvolti nel caso porteranno avanti la loro battaglia legale.