FABRIANO – «Affidiamo Anna alle Tue braccia di Padre, Dio». È stata questa una delle esortazioni che il vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, mons. Stefano Russo, ha pronunciato durante il funerale di Anna Tiberi, la sfortunata 25enne di Fabriano, mediatrice linguistica, caduta accidentalmente da circa dieci metri di altezza a Ningguo nella notte fra il 4 e il 5 novembre scorsi.
Un rito esequiale al quale hanno preso parte un migliaio di fabrianesi che hanno affollato la Cattedrale di San Venanzio questa mattina, 26 novembre, per testimoniare la propria vicinanza a una famiglia che ha saputo affrontare questo immenso dolore con compostezza e Fede.
Rose bianche di fianco all’urna che conteneva le ceneri di Anna, una sua fotografia che metteva in risalto lo splendido sorriso delle 25enne e che illuminava la chiesa. Anna guardava i suoi genitori, Pietro e Caterina, e i suoi due fratelli Giacomo e Tommaso, infondendo loro coraggio e speranza.
La celebrazione della Santa Messa, solennità di Cristo Re dell’Universo, «ci ricorda che Cristo è il fine di tutto. La nostra presenza qui oggi e lungo tutte queste tre settimane, conforta e sostiene la famiglia di Anna», le parole del parroco di San Venanzio, Don Alfredo Zuccatosta, che ha concelebrato insieme ad altri sei sacerdoti della Diocesi, i funerali.
A presiederlo, il Vescovo. «Siamo qui per celebrare la vita perché Anna è viva davanti a Dio. Noi tutti manifestiamo il senso di appartenenza alle sofferenze di questi nostri fratelli, credendo nella morte e resurrezione. Anna ci ha fatto sentire, ancora una volta, una comunità che condivide le gioie e i dolori. Quello di Anna è un passaggio, è viva in Cristo, con le sue qualità di accoglienza, solarità e amicizia che ha mostrato in tutti i suoi rapporti. La sua amicizia è stata per tanti un sentirsi completati. È lei che ci inviata ad avere Fede, come sta testimoniando la sua amata famiglia. Tutto ciò che Anna ha dato nei suoi anni di vita, rimane. È innegabile il momento di sofferenza, ma attraverso questa Croce, Dio ci salva, per continuare a essere testimoni della Vita Eterna. Affidiamo Anna, alle Tue braccia di Padre, Dio», alcuni passaggi dell’omelia di mons. Russo.
Prima della sepoltura, in tanti avrebbero voluto prendere la parola per ricordare e salutare la 25enne fabrianese. Tra questi, la mamma Caterina che ha mostrato come la Fede possa essere testimoniata in un momento di profondissimo dolore, credendo fermamente che la morte non è l’ultima parola, bensì è la Risurrezione. «Sono straziata dal dolore, ma forte nel Signore. In questa Chiesa, Anna, hai ricevuto tutti i Sacramenti, tu che hai completato la nostra famiglia. I tuoi due fratelloni, come amavi chiamarli, sono stati per te sostegno, protezione, rifugio, segno di amore di Dio. Mi dicevi spesso che ero per te la migliore mamma possibile. E che il babbo, che tu hai conosciuto già imbiancato nei capelli, era un gran figo. Ci amavi profondamente e ci dicevi spesso grazie per tutto quello che facevamo per te. Quando sei partita per la Cina il 5 aprile scorso, mi hai scritto un messaggio su WhatsApp: “Grazie per tutto, vi voglio immensamente bene”. Questo eri tu, Anna. Sei cresciuta rispettosa e amorevole. Eri affettuosa e determinata, amavi la vita e volevi scoprire il mondo. Allegra e solare. Il tuo sogno si è infranto, forse troppo presto. Siamo orgogliosi di te, ci hai illuminati per un breve tempo. Da piccola, ti dicevo che eri la nostra stellina venuta dal cielo per illuminare questa casa. Ora sei una stella che brilla in cielo, al fianco di Gesù e nelle amorevoli braccia della Madonna. Ti vogliamo bene», le commosse parole della mamma Caterina.
Alcuni suoi amici, colleghi di università e di lavoro, hanno testimoniato ciò che l’aver conosciuto Anna ha, per loro, significato. «Ciao Anna, grazie per avermi trasmesso la voglia di non mollare mai, per avermi fatto sentire speciale. Grazie per avermi insegnato ad amare e a essere amato. Grazie per essere stata la parte più bella e genuina del mio cuore», ha detto un amico speciale della 25enne.
«Quando siamo andate in Cina insieme, ci bastava un abbraccio per esprimere il nostro bene reciproco. Eri la mia metà perfetta», le parole, tra le lacrime, di Giorgia, con la quale è iniziata l’avventura lavorativa cinese.
«Ci siamo conosciute a Siena, per l’Università, e le nostre vite si sono intrecciate in modo indissolubile. Sei stata e sarai sempre la colonna portante del nostro gruppo. Ti vogliamo bene», hanno concluso il momento dei ricordi, due sue colleghe di Università.