Attualità

Il gioco d’azzardo a Fabriano e nel comprensorio, i dati e le considerazioni

Oltre 20 milioni di euro bruciati con i giochi d’azzardo a Fabriano. La città si colloca fra le meno virtuose a livello italiano e regionale. Una problematica che deve essere affrontata e che ha spinto la Cisl a organizzare un appuntamento per approfondire la questione

Un momento del convegno

FABRIANO – Oltre 20 milioni di euro bruciati con i giochi d’azzardo a Fabriano. La città si colloca fra le meno virtuose a livello italiano e regionale. Una problematica che deve essere affrontata e che ha spinto la Cisl a organizzare un appuntamento per approfondire la questione.

Andrea Cocco, Responsabile AST Fabriano, perché avete organizzato LiberaMENTE in Gioco. Quando al gioco ci si Gioca la Vita?
«Sappiamo che il gioco è l’attività che permette ai bambini, a tutti i piccoli, di conoscere, sperimentare, creare: di crescere. Il gioco, però, per essere utile alla società deve essere sano, relazionale, generativo, tutto quello che il gioco d’azzardo non è. Il gioco d’azzardo rappresenta un fenomeno in crescita tanto da poterlo considerare azzardo di massa. I dati ci rappresentano una realtà che riguarda tutti, un’emergenza sociale che ha implicazioni e conseguenze in vari fenomeni: indebitamento e usura, violenza, dipendenza patologica e criminalità».

Il gioco d’azzardo è un settore, purtroppo, economicamente strategico per lo Stato, nel 2016 gli italiani hanno giocato e scommesso 96 miliardi di euro, l’8% in più rispetto il 2015. Nel 2017 il gioco degli italiani si è attestato a 102 miliardi di euro. Che si può fare?
«La metà di questo denaro è transitato da macchinette secondo i dati delle ultime rivelazioni sul cosiddetto “gioco pubblico”, settore in espansione nonostante gli appelli e gli impegni della politica. Un settore che si dimostra sempre più capace di riorganizzare in tempo quasi reale le proprie strategie di profitto riadattandole ai nuovi scenari. Ecco alcuni dati del nostro comprensorio relativi alle slot-machine che prevalentemente sono posizionate in bar e tabaccherie, aperte 7 giorni su 7: 29.450 euro è la cifra spesa dalla popolazione, nel 2016, per giocare con i 291 apparecchi in funzione, solo a Fabriano sono stati giocati 21,4 milioni di euro: in crescita le giocate pro capite che hanno raggiunto i 685 euro; questi numeri collocano Fabriano, con i suoi 31.212 abitanti, fra i comuni meno virtuosi a livello italiano».

E nel comprensorio?
«A Sassoferrato, 7.177 abitanti, le giocate ammontano a 4,6 milioni di euro, 641 euro pro capite. A Genga, 1.781 abitanti, le giocate toccano quota 1,36 milioni di euro, 764 euro le giocate pro capite. A Cerreto D’Esi i numeri cambiano: 3.736 abitanti hanno giocato, nel 2016, 1,29 milioni di euro, 344 euro pro capite. In base a queste cifre si è sentito il bisogno di approfondire e ricercare soluzioni».

La platea

Cifre da capogiro.
«Nonostante le campagne informative rivolte agli anziani, come FNP Cisl, dobbiamo proseguire con una opera capillare di prevenzione, educazione alla legalità e informazione nelle sedi, nei circoli e nelle parrocchie. A tal proposito possiamo offrire anche un sostegno concreto alle vittime attraverso l’Adiconsum, che è una associazione costituita dalla Cisl che gestisce a livello nazionale uno dei fondi prevenzione usura, prevista dalla normativa e rivolta ai privati. Sicuramente positivo il progetto promosso dall’Ambito Sociale Territoriale 10 e dal Sert di Fabriano per prevenire e contrastare i problemi legati al gioco d’azzardo patologico, che prevede vari interventi formativi e di sensibilizzazione con il coinvolgimento di insegnanti delle scuole superiori, medie inferiori, educatori di centri di aggregazione giovanili. Un progetto di prevenzione a 360° per educare i giovani anche tramite specifici laboratori. Fra l’altro nei prossimi giorni si svolgeranno veri e propri “Slot mob” in alcuni bar del comprensorio che non utilizzano il gioco d’azzardo come attività commerciale, progetto nazionale a cui ha aderito anche la Cisl così come nella campagna “mettiamoci in gioco”».

Giocano solo i giovani?
«Purtroppo, no. Un aspetto che non dobbiamo sottovalutare, riguarda gli anziani. Un rapporto con il gioco purtroppo molto stretto, affollano le tabaccherie con acquisti di gratta e vinci, giocano alle slot, gli anziani più evoluti stanno intraprendendo anche il gioco via internet. Una indagine condotta da Libera, Gruppo Abele e varie Associazioni rappresenta la situazione over 65 che dichiarano di giocare prevalentemente per tre motivi: vincere denaro, divertimento, incontrare persone. Per molti giocatori patologici il gioco rappresenta una fuga dalla realtà, è come se colmasse un vuoto. Vivono di continue bugie nei confronti delle famiglie e degli altri, negano la loro dipendenza e difficilmente chiedono aiuto da soli. Tutto ciò comporta, quindi, oltre alle perdite economiche anche disagi psicologici nelle relazioni personali, lavorative e familiari. La stessa famiglia vive in condizioni drammatiche ed è chiaro che occorrono da parte dei servizi preposti, interventi professionali e specializzati».