JESI – Una cerimonia intima ma molto sentita quella di ieri, giovedì 20 luglio, di sera ai giardini Orti Pace dove il vice sindaco Luca Butini ha deposto una corona d’alloro sul monumento ai Bersaglieri per il 73° anniversario della Liberazione di Jesi. “Grata in eterno per la conquistata libertà” si legge nel monumento. «Ci stringiamo attorno a qualcosa che ci appartiene – ha detto Butini – La corona d’alloro è simbolo di sapienza e vittoria. La storia sembra lontana da quanti oggi pensano che questi monumenti siano solo arredo urbano, per questo è importante ricordarla ogni volta. Invece la storia è intrisa di valori: rispettiamoli e facciamoli rispettare, difendiamoli e facciamoli difendere». A ricordare le gesta dei partigiani è stata Grazia Tiberi che ha letto, sia agli Orti Pace che nelle tappe che hanno condotto i presenti fino in centro storico, alcuni aneddoti storici della Liberazione del nostro territorio, selezionati da Paola Cocola.
Il 20 luglio è l’anniversario della Liberazione anche a Cupramontana: è stata la Brigata Maiella a liberare il paese dai nazifascisti: era mattina e suonarono le campane. Tra loro anche alcuni cuprensi: Giovanni Uncini e Remo Dottori, che era stato nel campo di concentramento di Dachau.
«Remo, ti cercano i tedeschi» gli aveva detto la madre che gestiva un bar nel centro di Cupra, ma lui era solo passato per salutarla, perché i tedeschi lo avevano già preso per portarlo nel campo di concentramento. Giovanni Uncini invece, perse il fratello Giuseppe arruolatosi minorenne con i partigiani, nella piazzetta del paese c’è una lapide sul palazzo accanto alla chiesa che lo ricorda. Era il 20 luglio, era mattina e le campane hanno suonato: una festa per le vie del paese.
Anche ieri le campane a Cupra hanno suonato: il sindaco Luigi Cerioni ha deposto un mazzo di fuori ai caduti e in serata è stato proiettato il documentario “La scelta di Quintino” sulla storia del partigiano Quintino Corradini.