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Possibili joint venture o partnership per il gruppo Fedrigoni

Manifestazioni di interesse sono giunte sul comparto “sicurezza”: si valutano le migliori opportunità per far "respirare" lo stabilimento di Rocchetta a Fabriano. Sindacati attenti a questione occupazionale

Stabilimento di Rocchetta

FABRIANO – Manifestazioni di interesse per possibili joint venture e/o partnership per il comparto “sicurezza” giunte al Gruppo Fedrigoni. Il Gruppo ha dato mandato a un soggetto terzo di raccogliere e valutare le migliori opportunità. Possibile respiro per il segmento di produzione dello stabilimento di Rocchetta a Fabriano.

Come dichiarato dall’AD Marco Nespolo, le commesse in essere del comparto banconote e sicurezza danno certezza produttiva fino all’autunno inoltrato. Ma il lavoro per evitare possibili contraccolpi produttivi e occupazionali è già in essere, a partire da una razionalizzazione dell’utilizzo dei macchinari e dei turni di lavoro. Tutto ciò, ovviamente, potrebbe non essere sufficiente.

«Il Gruppo Fedrigoni ha trattative in corso in varie parti del mondo e su diversi fronti, per acquisire nuove commesse e nuove fonti di business, perché sta vivendo un momento di grande dinamismo ed è attento a cogliere ogni segnale e analizzare ogni opportunità che venga dal mercato, coerentemente con i propri obiettivi di sviluppo. Viste le manifestazioni di interesse ricevute da altri operatori per possibili joint venture o partnership nel comparto “sicurezza” (carte di sicurezza, banconote, elementi anti-contraffazione come filigrane, pigmenti, bande olografiche), il Gruppo ha dato mandato a un soggetto terzo di raccogliere queste richieste per valutare eventuali sinergie. Le trattative e le operazioni condotte non perdono mai di vista la salvaguardia dei posti di lavoro, della professionalità delle persone impiegate in Fedrigoni e del valore complessivo del Gruppo, fatto di know how, competenze, reputazione, clienti», si legge in una nota a firma della Fedrigoni.

Notizie interessanti, dunque, per Fabriano, nello specifico lo stabilimento di Rocchetta e non solo. Si ipotizzano possibili nuove commesse, ma soprattutto sinergie – da esplicare in diverse forme: dalla joint venture alla partnership, passando per nuove acquisizioni – per poter far fronte a possibili cali produttivi.

Bisogna, dunque, attendere. «Perché la volontà è quella di crescere nei settori di nostra specialità e, ove si decida invece di rifocalizzarsi, non perdiamo di vista la salvaguardia dei posti di lavoro e il valore del Gruppo. Gli investimenti realizzati negli ultimi mesi dal Gruppo Fedrigoni sono di natura industriale, tendono alla crescita e al rilancio dell’azienda in tutti i suoi aspetti e hanno un respiro pluriennale, a partire dall’assunzione di 80 nuove risorse, tra cui manager di esperienza internazionale, e l’acquisizione di Cordenons, che non si intende fare rimanere un fatto isolato. A riprova di ciò, da maggio il top management è stato potenziato con tre prime linee che riportano direttamente all’AD Marco Nespolo e hanno ricoperto ruoli di primo piano in grandi gruppi, profili di talento per supportare lo sviluppo: Monica Magrì, Chief HR Officer del Gruppo (Cerved, AllianzGI, Ferrero), Fulvio Capussotti, Managing Director nel settore Converting (Alhstrom-Munskio, Solvay), Alessandro Baroni, Corporate Development Director (Doughty Hanson, PriceWaterhouseCooper). In particolare, la divisione carta, core business del Gruppo, è stata rafforzata con l’ingresso, tra gli altri, di due nomi di comprovata esperienza come Mario Naldini, ora Operations Director (Prometeon, Pirelli, Deutsche Aerospace), e Jacques Joly, General Manager di Fabriano, ruolo che ha ricoperto anche in due colossi mondiali nel campo delle carte di pregio, del colore e dell’arte, le aziende francesi Canson e Pebeo».

I sindacati, però, sono in stato di allerta. Si guarda alla situazione attuale, soprattutto per Fabriano, con preoccupazione. La decisione di rivedere i turni e il funzionamento delle linee produttive, non più a ciclo continuo da metà luglio, non viene considerato un buon viatico in termini occupazionali. Per questo non si escludono eventuali mobilitazioni, ivi compresa la possibilità di indire scioperi.