USSITA – Ancora non c’è l’ufficialità, come ribadisce il diretto interessato, ma il progetto che ha in mente per Ussita sembra avere tutte le carte in regola per una candidatura a sindaco. Colonnello dell’Esercito in pensione, Guido Rossi, è anche ex sindaco di Cerveteri (Roma) e nel comune maceratese martoriato dal sisma del 2016 ha deciso, prima del terremoto, di comprare casa (ora inagibile) e di passare in tranquillità la sua pensione.
«Mia madre e mia nonna sono native di Ussita e credo che questo paese abbia bisogno di novità e di una forte spinta generazionale – spiega Rossi -. Nella mia vita e nel mio lavoro ho conosciuto circa 17 mila giovani di ogni provenienza e credo siano loro la vera ripartenza, creando un amalgama con il passato e un passaggio di sentimenti che devono rimanere sempre saldi e forti. In questi giorni sto incontrando moltissime persone e credo sia importante capire che questo è il momento in cui si decide la rinascita di Ussita e il momento in cui il sindaco deve camminare al fianco dei cittadini».
Una comunità, quella di Ussita, che oltre al dramma del sisma ha dovuto anche attraversare questioni difficili dal punto di vista politico con due sindaci dimissionari nel periodo del post terremoto – Marco Rinaldi prima e Vincenzo Marini Marini poi – e due commissariamenti: quello di Marco Passerotti e di Giuseppe Fraticelli (al momento in carica).
«Ussita ha bisogno di gente che la ami e di gente che abbia la voglia di ricostruire perché lì ci sono le proprie radici: credo che le due generazioni a braccetto possano rappresentare una rinascita per questo territorio» ha sottolineato Rossi, che però al momento non parla di ufficialità in merito alla sua candidatura. «Sto ancora valutando: se ci sono i progetti, se c’è il modo giusto di affrontarli, se ci sono le persone giuste, la voglia, l’esperienza e la professionalità io sono pronto a scendere in campo per dare una possibilità di futuro a Ussita».
E sul Commissario Straordinario Giovanni Legnini, Rossi spende parole di apprezzamento. «Ci siamo conosciuti e devo dire che è davvero una persona pratica che sta portando i suoi risultati: lo definirei un “militare mancato” – sorride -. E in questo mi ci rivedo molto perché nell’eventualità di una mia candidatura e di una vittoria il secondo giorno so che sarò già al lavoro per ricostruire Ussita. Proprio dalla ricostruzione dobbiamo ripartire dando speranza alle giovani famiglie di poter trovare qui un futuro».
«Uno dei problemi di Ussita è che molte case hanno più di un proprietario tra nonni, padri, figli e nipoti e poi c’è l’importanza di riattivare le centrali idroelettriche che portavano alla comunità circa 3 milioni di euro l’anno – ha continuato Rossi -. Poi penso sia importante delegare le persone sotto l’aspetto operativo perché il paese è pieno di professionalità come è fondamentale, ugualmente, dare rassicurazioni alle persone che devono credere in una figura che non è lì per causare lo smembramento della comunità ma per portarla alla rinascita. Una delle mie più grandi paure è quella di vedere una comunità così bella abbandonata e con le rovine e proprio per questo sto valutando una eventuale candidatura con una squadra valida che creda in un progetto e che cammini, accanto a me, verso la rinascita».