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Guzzini si è dimesso, Schiavoni: «Una scelta saggia e doverosa, ma sono dispiaciuto»

L'imprenditore si è dimesso dalla guida di Confindustria Macerata dopo le polemiche suscitate dalla sua frase choc sugli eventuali morti da Covid

Domenico Guzzini

ANCONA – Si è dimesso dalla presidenza di Confindustria Macerata Domenico Guzzini. L’imprenditore, finito nella bufera per aver dichiarato «penso che le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori, anche se qualcuno morirà pazienza», alla fine ha optato per fare un passo indietro e lo ha fatto inviando una lettera ai soci. «Una scelta saggia e doverosa», commenta il presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni, sottolineando: «sono dispiaciuto, è una gran brava persona».

Un’affermazione rilasciata parlando delle nuove possibili vittime per Covid-19 e lamentando l’impatto delle chiusure sull’economia durante l’evento “Made For Italy per la Moda”. Lo stesso Schiavoni, definendo la dichiarazione di Guzzini «una uscita infelice», lo aveva consigliato di dimettersi, dopo che l’associazione degli industriali aveva avviato un procedimento disciplinare a carico dell’imprenditore alla guida del Maceratese.

La frase di Guzzini aveva suscitato aspre critiche nel mondo politico e imprenditoriale e proprio sotto la spinta di queste pressioni evidentemente l’imprenditore ha scelto la strada delle dimissioni. Guzzini aveva chiesto scusa, prendendo le distanze dalla frase pronunciata spiegando: «Non raffigura il mio pensiero né tanto meno quello dell’Associazione che rappresento. Sono molto addolorato per la mia dichiarazione che, quando ho riascoltato, ho realizzato quanto fosse grave e distante da ciò che penso, cioè che il bene più importante della vita di ognuno di noi siano la salute e la famiglia».

Il presidente di Confindustria Marche aveva sottolineato che non doveva passare «il concetto che l’imprenditore passa sopra la vita delle persone pur di fare profitto, cosa che non è assolutamente vera e non rappresenta il pensiero del sistema industriale».

Sulla polemica si era inserito anche il governatore Francesco Acquaroli sollecitato dai giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale di ieri, definendo la dichiarazione «un errore non voluto che non rappresenta il suo pensiero».