MACERATA – Prosegue il dialogo tra Europa e Cina nel nome di Padre Matteo Ricci. A fare da tramite sono stati i docenti di Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, invitati nei giorni scorsi al ventiquattresimo Congresso mondiale di filosofia, che si è tenuto a Pechino. Il tema del congresso era “Imparare per essere umani” e, seguendo i filoni che caratterizzano la ricerca filosofica dell’ateneo ma anche coinvolgendo colleghi di altre nazionalità, sono state proposte, con il coordinamento della docente Carla Danani, una sessione di prospettiva storico-filologica ed una di attualizzazione critica. «In collaborazione con il nostro Istituto Confucio, seguendo la traccia di un grande maceratese precursore del rapporto tra Occidente e mondo cinese e, in generale, di un umanesimo che abbia cura delle relazioni e del dialogo tra le culture, le conferenze hanno declinato secondo prospettive originali l’opera di Matteo Ricci, cui appunto si deve il primo vero e fecondo incontro tra Europa e Cina», spiega il rettore Francesco Adornato. Come sostiene il professor Filippo Mignini, iniziatore di un grande lavoro editoriale e di ricerca sul missionario maceratese, «la chiave del successo fu l’aver compreso che i classici confuciani erano portatori di un umanesimo per larghi tratti compatibile, anzi coincidente, con quello degli antichi classici europei e l’aver considerato il confronto tra i due umanesimi e la loro possibile sintesi come il terreno privilegiato della comunicazione con la civiltà cinese. I due umanesimi apparvero a Ricci il valore fondamentale da coltivare e, in essi, tutti i valori compatibili di cui erano portatori».
La prima sessione, dal titolo “Un incontro con l’Umanesimo tra Europa e Cina nell’esperienza storica di Matteo Ricci”, ha visto le relazioni di Filippo Mignini, Selusi Ambrogio e Ping Huang insieme a Supakwadee Amatayakul dello Iulm. Per la seconda sessione, “Matteo Ricci: un gesuita umanista in Cina. L’attuale fecondità di un pensiero”, sono intervenuti Carla Danani, Marco Buzzoni e Donatella Pagliacci insieme a Xiaoting Liu dell’Università Normale di Pechino. Marco Buzzoni e Carla Danani sono stati chiamati anche ad organizzare e coordinare tavole rotonde e sessioni e a tenere altre conferenze, ad esempio per conto dell’Istituto internazionale di filosofia e della Società Internazionale di Ricerca di Valore.
«Il confronto e il dibattito che hanno caratterizzato le tante sessioni – commenta Carla Danani, che è anche delegata del rettore per la ricerca – sono risultati ricchi di prospettive e nuove relazioni internazionali per il nostro Ateneo, ma soprattutto, come ha detto in occasione della cerimonia di chiusura Luca Scarantino, presidente della Federazione Internazionale delle Società Filosofiche – il congresso è stato una epocale esperienza di incontro e confronto tra modi diversi di fare filosofia, che si prospetta di grande fecondità».