ANCONA- Internazionalizzazione, industria 4.0 e economia circolare. È questa la direzione che le imprese marchigiane devono seguire per crescere ed essere presenti sul mercato. In un’intervista, il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, ci ha raccontato obiettivi e aspettative per il 2020.
Presidente Schiavoni, quali sono i risultati principali raggiunti da Confindustria Marche nel 2019?
«Abbiamo rafforzato il rapporto con le istituzioni. Con la Regione Marche abbiamo un dialogo molto serrato soprattutto per quanto riguarda i bandi per le nostre imprese. Un rapporto proficuo che sta portando a buoni risultati. Altro importante traguardo del 2019, di cui però vedremo i benefici nel 2020, è il trasferimento di Confindustria Marche nel palazzo di Confindustria Marche Nord».
Quali sono gli obiettivi che Confindustria Marche si è posta per il 2020?
«Quest’anno nelle Marche ci saranno le elezioni e il governo regionale potrebbe rimanere lo stesso oppure cambiare. In ogni caso si rimescoleranno le carte in tavola. Il nostro obiettivo è continuare ad avere un buon rapporto con le istituzioni per poter avere risultati».
In quale direzione andare nel 2020?
«Internazionalizzazione, industria 4.0 e economia circolare. Sono questi i tre punti principali. Vogliamo trasmettere questi impulsi alle nostre aziende per un ulteriore sviluppo e crescita».
Le imprese si mostrano aperte all’innovazione?
«Certamente. I bandi “impresa 4.0: innovazione, ricerca e sviluppo” sono andati per la maggiore. Gli imprenditori hanno attinto a questi fondi, c’è voglia di innovazione perché permette di rimanere a galla e, soprattutto, porta lavoro. Le imprese che hanno risultati migliori sono quelle che stanno internazionalizzando».
Presidente Schiavoni, Lei che cosa si augura per le Marche nel 2020?
«Mi auguro che la regione torni a crescere e che alle nostre imprese venga riconosciuto il loro ruolo. L’industria manifatturiera è il motore dell’economia marchigiana. È importante che gli imprenditori percepiscano fiducia nei loro confronti. Ogni tanto ricevere la cosiddetta “pacca sulla spalla” a livello morale ci farebbe molto piacere».