JESI – «Una casa famiglia pubblica, preferibilmente vicino al centro storico, per disabili soli o con famiglie che non riescono più ad assisterli nel proprio domicilio». È stato l’ultimo desiderio di Daniela Cesarini, l’ex assessore ai servizi sociali, disabile, che il 25 aprile 2013 scelse il suicidio assistito in Svizzera. Per realizzarla, l’esponente di Rifondazione comunista, prima di intraprendere il suo ultimo viaggio oltralpe, ha nominato il Comune quale erede universale delle sue proprietà, vincolando appunto la destinazione dei proventi delle vendite alla concretizzazione del progetto.
Le alienazioni dei beni procedono e si sta quasi raggiungendo quota un milione di euro, il costo stimato per l’apertura della Casa Famiglia per Disabili nel convento delle Clarisse di San Marco. Entro l’anno dovrebbe partire il cantiere. Si è scelto tale immobile, scartando il San Martino e l’ex asilo delle Giuseppine, per la sua collocazione nelle immediate vicinanze del centro storico, per la presenza di un’area verde di dimensioni molto significative, per le migliori condizioni statiche rispetto agli altri due edifici, per la possibilità di realizzare un maggior numero di posti a parità di costi d’intervento e per la disponibilità a titolo gratuito del medesimo immobile (in base alla proposta di donazione formulata dalle Clarisse due anni fa in cambio dell’impegno del Comune a mantenere riservata una parte dello stabile alla Comunità religiosa, e a condizione che l’edificio sia utilizzato per scopi sociali).
«Sono donna, anziana, disabile e vedova, mi manca solo di essere nera»: così si presentò Daniela Cesarini in occasione della sua candidatura a sindaco nel 2012. Si è affidata alla poesia di Francesco Guccini per il suo ultimo saluto: «Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos’è la libertà». Grazie alla Cesarini inoltre sono state attivate le ripetizioni popolari in zona Porta Valle, che consentono a tutti di approfondire le materie scolastiche nel pomeriggio senza dover pagare nulla.