ANCONA – Donne e mare, un legame forte ma che in pochi conoscono. Il mare è sempre stato considerato territorio prettamente maschile, tanto che nella tradizione marinara aleggia la superstizione che una donna in barca porti male. Nel 2013, per la prima volta, una donna ha assunto il comando di una Unità Navale militare italiana: la Tenente di Vascello Catia Pellegrino alla guida del pattugliatore d’altura Libra. Le manifestazioni per la Giornata internazionale della donna diventano occasione per indagare sul rapporto tra universo femminile e mare con due mostre allestite presso l’Informagiovani in piazza Roma. La prima, organizzata da Reti Culturali in collaborazione con il Forum delle Donne del Comune di Ancona, è documentaria “Il Mare dorico, le donne di Ancona”. È un viaggio nella storia, attraverso pannelli documentari si ripercorre, dal mito fino ai nostri giorni, il rapporto della donna con il mare. La seconda è una mostra artistica: “Sguardi di donna sul mare” con dipinti, fotografie, sculture e testi di 35 artiste anconitane.
«Sono 3.500 le persone che lavorano in porto ma quante di queste sono donne? Che mansioni svolgono? Questo dato non è mai stato approfondito. Pochi sanno delle donne della pesca, le madri e le mogli dei pescatori che restano a terra e si occupano della vendita del pescato. Per loro non c’è ancora un riconoscimento» evidenzia Marina Turchetti, presidente dell’associazione Reti Culturali e ideatrice della mostra. A questo proposito, l’associazione Penelope – donne nella pesca, costituitasi ad Ancona nel 2004, ha come scope quello di veder riconosciuta l’importanza del ruolo sociale delle donne nell’ambito della pesca e favorire la ricerca di tutele e garanzie per lo svolgimento delle attività inerenti a questo ruolo.
«Tutto l’universo femminile che ruota attorno alle attività legate al mare, nel nostro Paese e in pochi altri paesi europei, è privo di un ruolo giuridico che lo connoti. Il lavoro delle donne inizia alle 2 di notte, quando le barche attraccano al porto per scaricare il pescato. Le donne caricano le casse del pesce sui loro mezzi e lo portano al mercato ittico, spesso anche a 100 km di distanza. A fine vendita, tornano a casa per il lavoro di cura familiare. Seguono anche l’amministrazione e la parte burocratica dell’impresa- spiega Adriana Celstini, presidente associazione Penelope-. Le donne quindi, sostengono l’attività a terra che con quella degli uomini in mare forma l’impresa di pesca, ma sono ancora inquadrate come casalinghe. Il loro ruolo non viene elevato a ruolo di lavoro e quindi rimane senza i diritti di qualsiasi altra attività lavorativa».
Per la mostra e l’attività di ricerca che l’ha preceduta, numerosi soggetti sono stati contattati ed hanno offerto il loro contributo di dati e di immagini: l’Archivio di Stato, la Biblioteca Comunale Benincasa, l’Autorità Portuale, la Camera di Commercio, l’Archivio fotografico del Comune di Ancona, la Lega Navale sezione provinciale di Ancona, il CIF provinciale (Comitato italiano femminile), il Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati, l’Ismar-Cnr, l’Associazione Penelope – Donne nella pesca, studiosi e collezionisti. «Abbiamo dato degli spunti. Un accurato lavoro di ampliamento può produrre valido materiale per una sezione tematica all’interno di un futuro Museo del Mare di Ancona, tanto atteso dalla cittadinanza, sul quale l’associazione da anni si sta impegnando, in sinergia con il Comitato Museo del Mare» afferma Marina Turchetti.
Inaugurata il 10 marzo, la mostra storico-artistica “Il mare, le donne”, sarà visitabile fino al 31 marzo secondo gli orari di apertura dell’Informagiovani:
Lunedì e martedì: 9.30 – 13.00 | 16.00 – 19.00
Mercoledì e venerdì: 9.30 – 13.00
Giovedì: 10.00 – 18.00.