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Il presunto pedofilo respinge le accuse

L'uomo, per mezzo del suo avvocato, respinge le accuse. Senza sosta le indagini. Nelle Marche, nel 2016, si sono verificati 40 casi analoghi

LORETO – Proseguono senza sosta le indagini a carico dell’operaio di Loreto accusato di violenza sessuale nei confronti di due minorenni. Gli inquirenti, guidati dal Pm Serena Bizzarri, hanno requisito il cellulare dell’uomo e stanno passando al setaccio tutte le comunicazioni effettuate per cogliere ulteriori indizi sulla macabra vicenda. Si scandaglia tra messaggi e chiamate, ma soprattutto tra le conversazioni intrattenute via WhatsApp che sarebbero state utilizzate dal presunto orco per adescare i due ragazzini coinvolti (una bimba di 11 anni e un maschio di 12).

Nulla è lasciato al caso e anche i social sono sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori: su Facebook e Twitter si cercano tracce, contatti e agganci che possano spiegare se e in che modo il 45 enne avvicinasse gli adolescenti e forse anche altri bambini. Il dubbio delle forze dell’ordine che seguono il caso, infatti, è proprio questo: che le molestie non siano circoscritte ai soli due casi presi in esame ma possano essere estese anche ad altri episodi. Al momento sarebbero due le situazioni incriminanti a carico dell’insospettabile operaio. Una risale al 27 ottobre scorso, l’altra invece al 28 novembre. Al presunto pedofilo le forze dell’ordine sono arrivate grazie alla denuncia dei genitori delle vittime che avevano avuto la forza di raccontare l’accaduto.

Incredulità e sgomento tra la comunità lauretana, inorridita da questa torbida storia e soprattutto dai pesanti capi d’accusa a carico dell’operaio ritenuto un insospettabile. Nel quartiere, difatti, nessuno nutriva alcun dubbio sull’uomo che, invece ora si trova agli arresti domiciliari con l’infamante accusa di violenza sessuale.

Una versione dei fatti seccamente smentita dal legale dell’uomo che afferma:«Il mio assistito respinge ogni accusa ed ha offerto delle giustificazioni precise. Ai carabinieri non ha confessato niente perchè non c’è niente da confessare, è innocente. Nulla di quanto riportato corrisponde al vero». Secondo l’avvocato i fatti sarebbero andati diversamente escludendo che il suo assistito abbia avvicinato i ragazzini attraverso le chat telefoniche e soprattutto rigettando le accuse dei presunti abusi.

Un fenomeno, quello delle violenze sessuali nei confronti dei minori, che purtroppo non è limitato soltanto alla vicenda di Loreto. Secondo gli esperti della polizia postale, infatti, sarebbero stati addirittura 40 i casi nel corso del 2016 con 29 persone denunciate per reati di pornografia minorile, produzione, diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

Prevenzione e formazione le armi più efficaci per prevenire il fenomeno: a riguardo lo scorso anno la Regione Marche ha partecipato alla campagna ministeriale “Una vita da social” che ha visto protagonisti oltre cinquemila ragazzi, ma anche genitori ed insegnanti, tutti uniti contro i rischi delle comunicazioni e del web.