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«Impossibile non provare emozioni»

A sei mesi dalla prima scossa di terremoto, nelle Marche si sono susseguite emergenze su emergenze, brillantemente fronteggiate dai vigili del fuoco. Non si definiscono eroi ma per tutti gli italiani lo sono. Le emozioni e i ricordi di quei momenti difficili raccolti nell'intervista a Dino Poggiali, al comando del cratere sismico Marche

TERREMOTO- Gli italiani li chiamano eroi, loro invece, umilmente, dicono che svolgono solo il loro lavoro, che amano ciò che fanno e hanno un forte senso di appartenenza alla divisa. Sono i vigili del fuoco, gli angeli del terremoto in centro Italia, del Rigopiano e di molto altro ancora, pronti a rischiare la propria vita per salvare quella degli altri. Nelle Marche sono circa 1000.

Dino Poggiali è il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Pesaro e Urbino, al comando del cratere sismico Marche. Ingegnere, spinto dal voler fare un lavoro che non lo costringesse dietro ad una scrivania, nella sua carriera iniziata nell’84, di emergenze legate ai terremoti ne ha viste diverse. L’intervento in queste situazioni consiste nel mettere in sicurezza persone, beni e servizi. Ma per i vigili del fuoco, la parte più difficile del lavoro riguarda gli interventi dinamici: incendi, fughe di gas, esplosioni. Insomma, eventi evolutivi complessi da gestire.

Dino Poggiali, al comando del cratere sismico Marche

Negli ultimi sei mesi, le Marche sono state colpite da pesanti calamità. Tre violente scosse di terremoto,  la terra che non smette di tremare e infine l’emergenza neve proprio nelle zone colpite dal sisma. Nonostante questo, i vigili del fuoco sono riusciti a far fronte alle emergenze. «Abbiamo un piano di mobilitazione per gli eventi catastrofici che scatta immediatamente. In questo modo garantiamo una risposta immediata» spiega Poggiali. Alcuni vigili del fuoco marchigiani sono intervenuti anche all’Hotel Rigopiano travolto e distrutto da una slavina,  portando i primi soccorsi in elicottero. Il ministro Minniti li ha incontrati pochi giorni fa.

Che cosa vuole dire a chi aspira a diventare vigile del fuoco? «Fa bene, è un bel mestiere. Occorre però essere preparati sia fisicamente che sotto il profilo delle competenze e conoscenze culturali di base. Solo grazie ad un impegno continuo si riescono a raggiungere i risultati di tempestività e incisività negli interventi di soccorso – commenta Poggiali-. Speriamo che il rilievo che è stato dato al corpo nazionale dei vigili del fuoco in questi giorni possa servire a far capire che è necessario potenziare ulteriormente le risorse umane al servizio di soccorso. Pertanto, spero che possano essere banditi altri concorsi per far entrare ragazzi giovani in questa struttura importante per la sicurezza dello Stato».