FABRIANO – Oggi, 28 giugno, e domani, 29, Elena Mazzi, artista vincitrice del Premio Ermanno Casoli di quest’anno, è a Fabriano per un workshop in Elica, nell’ambito di E-Straordinario, il programma ideato dalla Fondazione Ermanno Casoli e curato da Marcello Smarrelli che da anni porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa quale strumento didattico e metodologico rivolto alla formazione aziendale, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo.
In questi due giorni l’artista inizierà la realizzazione della sua opera Mass age, message, mess age (Elica 2018), coadiuvata da Diego Agostini, della società di consulenza Commitment, trainer specializzato in formazione aziendale.
I partecipanti, 20 dipendenti di Elica, saranno invitati a lavorare sull’individuazione di parole tratte dal linguaggio manageriale di uso quotidiano, al fine di creare un glossario da utilizzare per il gioco del telefono senza fili. I giocatori/partecipanti saranno chiamati a creare elementi che facilitino o intralcino la comunicazione verbale attraverso l’assemblaggio, creativo ma funzionale, di oggetti costruiti con materiali scelti tra quelli che caratterizzano la produzione industriale di Elica.
Il mondo dell’arte e della cultura che contaminano l’impresa e viceversa. Questo uno degli obiettivi che persegue la Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano. Il presidente di Elica, Francesco Casoli, da sempre ha intuito come questi due mondi, apparentemente distanti, siano invece assolutamente complementari. Da qui, quindi, l’idea di organizzare un Premio che ogni anno vede un artista calarsi e immergersi in una realtà importante per Fabriano e non solo, come la multinazionale Elica.
Elica, attraverso la Fondazione Ermanno Casoli, si conferma sempre attenta al mondo dell’arte e della cultura, perché?
«La domanda dovrebbe essere posta al contrario perché è proprio grazie al mondo dell’arte e della cultura che riusciamo a perseguire, come impresa, la strada dell’innovazione e, quindi, seguire e governare il mercato che cambia in modo repentino».
Partendo, dunque, da questo assioma cosa possono dare l’arte e la cultura all’economia e viceversa?
«L’arte e la cultura alle imprese possono contribuire a fornire un punto di vista molto differente. Con tutto ciò che sta avvenendo in giro per il mondo, pensare differente è vitale per le imprese».
Fabriano ha più bisogno di arte, intesa come sviluppo turistico, per poter rinascere?
«Abbiamo bisogno di ripensare a tante cose perché nulla è più come prima. Questo vale per qualsiasi città nel mondo, ma soprattutto per Fabriano. Dobbiamo continuare a vincere e quindi pensare differente. Noi coinvolgiamo gli artisti anche per questo, per capire che ci sono diversi punti di vista per poter vedere il cambiamento, prima degli altri».
Sulla probabile perdita della fiction Che Dio ci aiuti, che ha creato un indotto a Fabriano stimato in oltre centomila euro, che ne pensa?
«Un gran peccato per Fabriano, una bella occasione mancata l’eventuale perdita della fiction. Personalmente mi attiverei di più per cercare di riportarla a Fabriano visto che ha creato un buon indotto. È un modo di intercettare turismo e creare opportunità economiche per il territorio attraverso una delle arti che sono molto apprezzate e in espansione».