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Inaugurata a Fabriano la nuova personale di Moschini

“Il profumo dei suoni attraverso il colore: Egitto. Un’umanità sospesa tra storia e poesia” il titolo della personale allestita in corso della Repubblica 11, visitabile fino al 6 gennaio prossimo

Il maestro Roberto Moschini

FABRIANO – Mostra pittorica del maestro Roberto Moschini di Fabriano inaugurata ieri pomeriggio in città. “Il profumo dei suoni attraverso il colore: Egitto. Un’umanità sospesa tra storia e poesia” il titolo della personale allestita in corso della Repubblica 11, visitabile fino al 6 gennaio prossimo. Il vernissage ha visto la presenza delle istituzioni locali, oltre quella di importanti figure fabrianesi appartenenti al mondo dell’arte, tra le quali Valeria Carnevali, cui è stato affidato il testo critico del prezioso catalogo che illustra la rassegna di quadri pennellati dall’artista fabrianese a seguito del suo viaggio in Egitto.

«Le emozioni che ho provato a contatto con questa terra – evidenzia Moschini – o meglio con le sabbie e gli Dei d’Egitto, non sono documentabili con la fotografia, perché modellate e dipinte seguendo i miei sensi che hanno assorbito sollecitazioni del misterioso passato e di aspetti attuali. Il passato, di questa civiltà del Nilo, a volte collegato ad un singolare Pantheon, mi ha fatto intuire e realizzare tele come il trittico con Nut, che ha il profilo di Aicha, e Geb, mentre il presente, visto nella realtà del quotidiano, mi ha ispirato con le parabole televisive che proliferano in uno spazio illimitato, come un’immensa fungaia sulle terrazze del Cairo abitate e vissute dai portieri dei palazzi e, a volte, anche da qualche cicogna che nidifica lì».

In una visita al Museo Egizio «ho realizzato due disegni dai ritratti di El Fayum, cosa che non ho potuto fare quando, insieme ad Aicha e a un amico, il 30 dicembre 2007 ho raggiunto l’oasi di El Fayum, trovando purtroppo chiuso per restauro il Museo che ospita settanta ritratti. Nel viaggio di ritorno al Cairo mi sono apparse, come un inatteso miraggio, le tre piramidi e la Sfinge. In quei giorni abbiamo visitato le incredibili e popolose città dei morti e la città della spazzatura. Non so dimenticare, inoltre, l’emozione provata nella visita alla nuova e modernissima Biblioteca di Alessandria e la sorpresa di vedere, grazie all’amico che ci ha accompagnati al Museo della Marina, le “sirene”, sia pure impagliate. Attraverso la crociera lungo il Nilo si è svolto il defilé di ciò che il mondo conosce: le dimensioni ciclopiche delle sculture e dei templi che ci fanno sembrare delle formiche; il tempio di File, il tempio di Edfu, la valle dei Re, Karnak e Luxor; infine a Helouan il giardino giapponese al quale ho dedicato svariati acquarelli e dodici piccole tele, come quelle dedicate al ricordo di Zamalek, l’isola lungo il Nilo con le sue acace dai fiori fiammeggianti», le parole dell’artista di Fabriano.

Moschini, a 81 anni è tornato al Cairo, «metropoli conosciuta e amata – scrive la Carnevali – alla quale ha già dedicato, in anni precedenti, una profonda riflessione estetica tra pittura di paesaggio ed evocazioni di matrice simbolista. Ma è un Roberto Moschini che rivela elementi di inconsueta espressione, rispetto ai modi che gli sono peculiari in questa nuova mostra, raccontando la capitale egiziana come innesto di suggestiva tradizione e caotica modernità. L’artista di Fabriano conferma nella sua più recente produzione l’amore e lo stupore che ha sempre riservato al genere umano, senza lasciarsi prendere da scoraggiamento e disillusione, ma anzi, trovando nella forza d’animo collettiva e nella speranza condivisa una risposta alla rudezza della Storia».

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