JESI – Artigianato della Vallesina, il quadro si mantiene incerto e debole. Nel 2016 hanno aperto 130 imprese artigiane a fronte di 151 cessazioni con un saldo di -21. Il comparto è ancora in campo negativo. Nel comune di Jesi si sono iscritte 59 attività artigiane, 70 le cessazioni (-11). Questo è quanto emerge dall’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Unioncamere e Infocamere.
Nei comparti, l’unico settore che segna un saldo positivo è il manifatturiero (8). Segno negativo per i servizi alle persone (-10) e alle imprese (-7) e per le costruzioni (-7). «Questa è la situazione sul territorio, ancora complessa, ma su cui si può lavorare di concerto con le Istituzioni per garantire un futuro alle nostre imprese e al sistema produttivo nel suo insieme – dichiarano Silvano Dolciotti neopresidente eletto del comitato territoriale Confartigianato di Jesi e Fabriano e Giuseppe Carancini Segretario Confartigianato Jesi -. Chiediamo alle Amministrazioni locali, per le quali sappiamo essere problematico intervenire sulla pressione fiscale, di concorrere ad avviare un reale processo di semplificazione intervenendo anche presso gli Enti sovraterritoriali per facilitare coloro che ancora hanno voglia di fare impresa, con connesso risparmio di tempo e soldi per tutti, e in buona sostanza di essere quanto più possibile vicine alle esigenze espresse dal mondo della micro e piccola imprenditoria che rappresenta, oltre che il nucleo economico, anche un importante collante sociale e fonte di occupazione».
Va valorizzato l’artigianato quale scelta imprenditoriale consapevole, sempre secondo Dolciotti e Carancini, «così come è prioritario favorire il consolidamento e lo sviluppo delle neoimprese. Lo slancio imprenditoriale infatti non si arresta nonostante le evidenti difficoltà del momento. Questo è un segnale positivo. La ripresa del territorio passa necessariamente attraverso il rafforzamento del sistema produttivo. Favorire l’apertura e la crescita di nuove attività è il primo gradino di un processo virtuoso che può portare a uno sviluppo economico, alla creazione di nuovi posti di lavoro, al recupero di competitività».