ANCONA – È in condizioni stabili l’operaio 50enne rimasto ferito il 12 ottobre nel crollo di un solaio di una palazzina in costruzione in zona Santa Lucia a San Benedetto del Tronto. L’uomo, che non ha mai ripreso conoscenza dal momento dell’incidente, è tutt’ora in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione Clinica degli Ospedali Riuniti di Ancona, dove è stato ricoverato per il politrauma che ha riportato nel drammatico incidente nel quale è rimasto ferito anche un collega, ma non gravemente.
Anche la giornata di ieri (20 ottobre) è stata funestata da un nuovo infortunio sul lavoro nelle Marche, avvenuto questa volta a Montecosaro dove poco dopo le 11 di mattina un operaio è caduto dal cestello di una gru. Il mezzo ha subito la rottura improvvisa del braccio meccanico facendo precipitare l’operaio 51enne a terra e rendendo necessario il trasporto a Torrette, dove l’uomo è stato sottoposto ad intervento chirurgico.
Gravi infortuni che si ripetono nelle Marche dove i numeri sono purtroppo in crescita. «Quest’anno, nonostante il lockdown imposto per la pandemia covid, il numero di infortuni rimane altissimo» spiega la segretaria generale Cgil Marche Daniela Barbaresi sottolineando che da gennaio ad agosto 2020 si sono verificati 34 infortuni mortali, dei quali 8 ad Ancona, 8 a Macerata, 8 a Pesaro Urbino, 4 ad Ascoli Piceno e 6 a Fermo. Nello spetto periodo del 2019 (gennaio-agosto) erano stati 21. «Sono numeri drammatici che richiedono una netta inversione di tendenza da parte di chi ha ruoli di responsabilità e di governo» spiega.
Guardando ai numeri delle denunce di infortunio registrate nelle Marche tra gennaio e agosto 2020, sono state 9.644 di cui 8.495 in occasione di lavoro e 1.149 in itinere. Nei primi 8 mesi del 2019 erano 12.414, ma bisogna considerare che nel 2020 c’è stato il lockdown e un «enorme ricorso agli ammortizzatori sociali» evidenzia la segretaria generale Cgil Marche.
Secondo la Barbaresi le imprese devono investire in sicurezza, mentre le istituzioni devono rafforzare e potenziare il sistema di prevenzione, dal momento che nelle Marche «è sotto finanziato: la spesa per la prevenzione dovrebbe aggirarsi intorno al 5%, mentre nelle Marche si ferma al 3,4%». Un quadro preoccupante nel quale «la vera Cenerentola è la prevenzione della salute e sicurezza con pochissimi operatori addetti a questi controlli» una situazione che va a sommarsi «alle difficoltà legate all’emergenza sanitaria».
Insomma, secondo la segretaria generale Cgil Marche è necessario incentivare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e intensificare controlli e vigilanza. «Non possiamo più accettare infortuni e morti sul lavoro» che oltretutto vanno a colpire in prevalenza determinati settori, come edilizia e agricoltura: «Occorre agire, coinvolgendo tutti i soggetti interessati».
Daniela Barbaresi rimarca che fra le prime richieste che rivolgerà alla nuova giunta regionale c’è proprio il rafforzamento e il potenziamento degli organici dedicati ai servizi di prevenzione e sicurezza.