MACERATA – L’incubo dell’alluvione in una Spagna flagellata dal maltempo, gli allarmi tardivi, la paura, la rabbia, la morte. La testimonianza di Hugo Hidalgo Gómez, studente di Giurisprudenza in Erasmus a Macerata, è tanto realistica quanto toccante. Sembra di riviverli, quei momenti. Persino a chi, in Italia, li ha visti soltanto in tv o sui giornali.
La pioggia che comincia a cadere, le strade che si trasformano in fiumi, le auto e le persone trascinate via dalla corrente. Tutto è documentato dalle foto che trovate sotto. «I miei zii hanno perso entrambe le auto, è stato devastante», racconta Hugo (20 anni), valenciano doc e studente di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Macerata.
Hidalgo Gómez, se la sente di ripercorrere quei momenti?
«È molto triste vedere il tuo Paese allagato e pieno di fango. Per fortuna Quart de Poblet, la cittadina da cui provengo, non è messa così male. È andata peggio ai Comuni vicini, come Aldaia, dove vivono i miei zii. Loro, ad esempio, hanno perso entrambe le auto».
Immagino che lei sia in contatto con la sua famiglia, i suoi amici. Come stanno?
«Dopo più di una settimana, ora, per fortuna, stanno bene. I primi giorni, ho avuto degli amici che erano rimasti senza elettricità, perché non c’era copertura e non sapevamo nulla di loro. Erano rimasti senza luce e senza acqua calda. Alcuni erano addirittura evacuati dalle loro case perché l’acqua allagava i garage e quando veniva a contatto con le fondamenta della facciata c’era il pericolo che crollasse. L’abitazione di un altro mio amico si è allagata, ma per fortuna stiamo parlando solo di danni materiali».
Dove si trovava quando a Valencia si è abbattuta l’alluvione?
«Stavo giocando a calcio. Solitamente, inizio gli allenamenti alle 20.30 e finisco verso le 21.30. In un’ora e mezza, Valencia si è allagata: si è passati da una normale pioggia a un’inondazione, con le strade che sono diventate fiumi. Quando sono uscito dall’allenamento, ho acceso il cellulare e ho visto decine di video di strade allagate, persone intrappolate nelle auto. Ero molto preoccupato per la mia famiglia, che per fortuna era a casa».
C’è rabbia o rassegnazione, a Valencia?
«Più rabbia, e per diversi motivi. Da un lato, il governo di Valencia (la destra) ha soppresso l’unità di emergenza valenciana creata dal partito di sinistra per essere più preparato a catastrofi di questo tipo. Con i soldi risparmiati, circa 15 milioni di euro, sono stati investiti nei tori. E poi il governo valenciano sapeva da giorni dell’allerta rossa per via di piogge torrenziali, ma nonostante questo non ha dato l’allarme ai cittadini. Si è corsi ai ripari solo dopo, quando gli allagamenti si erano già verificati. Il governo centrale (la sinistra) avrebbe potuto disporre lo stato di allarme, ma non lo ha fatto».
Perché?
«Perché altrimenti avrebbe il compito di porre rimedio alla situazione e preferisce che sia la destra (che governa Valencia) a farlo. Ci sono voluti sei giorni per inviare l’Esercito, e in realtà chi ha fatto di più per aiutare sono stati gli stessi valenciani».
E lei, da quanto tempo vive a Macerata?
«Da metà settembre, studio Giurisprudenza. Sono innamorato della Spagna, ma l’Italia mi è sempre piaciuta».