ANCONA – Quattro italiani su dieci scelgono i prodotti tipici come souvenir delle vacanze. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè, dove è emerso che oltre il 42% degli italiani rientrano a casa portando con sé un “ricordo” enogastronomico e solo il 19% torna a mani vuote.
Una tendenza confermata anche nelle Marche, come sottolinea Tommaso di Sante presidente della Coldiretti Marche, incentivata dalle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali nei luoghi di villeggiatura: percorsi enogastronomici, città del gusto, aziende e mercati degli agricoltori di Campagna Amica, feste e sagre.
Olio extravergine di oliva, vino, miele e prodotti di nicchia come il vino di visciola, sono le tipicità andate per la maggiore tra i turisti che hanno frequentato i mercatini di Campagna Amica. Apprezzamento riscosso anche da salumi e conserve, mentre le vendite di frutta e verdura si sono concentrate principalmente tra i marchigiani. A seguire, tra i souvenir i gadget, come portachiavi e magliette.
«Le Marche sono una Regione ricca di eccellenze – spiega il presidente regionale della Coldiretti – dai vini come il Pecorino, la Passerina, il Bianchello, il Rosso Conero, il Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, fino ad arrivare alle tipicità gastronomiche come il ciauscolo e l’olio IGP. Una terra ancora poco conosciuta, ma che grazie alla distintività dei suoi prodotti riesce a riscuotere un grande apprezzamento tra i turisti, specie di quelli che scelgono l’agriturismo come formula per le vacanze. Occorre lavorare di più sulla promozione del “sistema” Marche, sia per sostenere l’economia delle numerose imprese agricole presenti sul territorio, sia per favorire l’accoglienza turistica. Chi arriva nelle Marche, grazie al turismo esperenziale viene colpito positivamente dalle eccellenze e dalle bellezze del territorio, ma anche dalla concretezza e dalla genuinità della sua gente, che con passione riesce a far rivivere le tradizioni di una terra. Numerose sono le imprese agricole di Campagna Amica che durante tutto l’anno, e soprattutto nei mesi estivi, operano nelle aree litoranee per far conoscere ed apprezzare ai turisti le eccellenze agroalimentari delle Marche. I laboratori di trasformazione del formaggio e delle carni, le centinaia di imprese che promuovono il paniere agroalimentare attraverso la vendita diretta, l’accoglienza offerta da agriturismi, cantine e frantoi, rappresentano l’umor positivo che il turista di oggi vuole vivere, un valore aggiunto dato dal grande capitale umano presente nelle Marche».
LE BANDIERE DEL GUSTO
Sono state 151 le Bandiere del Gusto assegnate questa estate ai prodotti enogastronomici caratteristici delle località marchigiane. Un riconoscimento conferito alle tipicità prodotte secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.
La maggior parte dei primati marchigiani nell’ambito gourmet sono dolci: biscotti di mosto, calcioni, cavallucci, ciambellone, cicerchiata, crescie, fave dei morti, fristingo,lontezza di fico, pani, pizza di Pasqua, scroccafusi e tante altre prelibatezze. Ottimi risultati sono stati collezionati anche nel settore delle carni fresche e dei salumi, specie con i salami di Fabriano o di Frattula, il lardo del Montefeltro, la carne di razza bovina Marchigiana o la carne di pecora Sopravvissana. Bene i prodotti dell’orto come i carciofi (di Jesi, di Montelupone, di Fano), la roveja, la cicerchia, la frutta come le pesche di Montelabbate o le pere Angelica, la mela rosa, i marroni, le visciole. Tra le bandiere del gusto anche la sapa, il vino cotto e il vino di visciole, oltre agli oli extravergini monovarietali. Numerose le tappe del gusto che da nord a sud, dalla costa all’Appennino, coprono l’intera regione.
«Insieme a tante denominazioni di origini il territorio marchigiano mostra ancora una volta tutta la sua ricchezza fatta di produzioni tradizionali che si tramandano da generazioni – commenta Tommaso Di Sante – Un’unicità che rappresenta un grande punto di forza economico dei territori».