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Fabriano, Indelfab: partite le lettere di licenziamento a due mesi dalla scadenza della cassa integrazione

La segreteria della Fiom di Ancona rivolge alle istituzioni un appello affinché si convochi un tavolo di confronto d’urgenza

Lo stabilimento della JP Industries
Lo stabilimento della JP Industries

FABRIANO – Due mesi esatti al termine degli ammortizzatori sociali per i 489 lavoratori della Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, che scatterà il 16 maggio prossimo: 245 del sito di Santa Maria di Fabriano e 244 dello stabilimento di Gaifana in Umbria.
In questi giorni stanno arrivando le lettere di licenziamento al personale con cui si comunica la cessazione definitiva del rapporto di lavoro, come stabilito dall’accordo sul licenziamento collettivo sottoscritto nel febbraio scorso.

«Salvare questo patrimonio industriale: contributi ed incentivi straordinari per chi si farà carico di reindustrializzare i siti della Indelfab e di garantire l’occupazione delle persone», l’appello che la segreteria della Fiom di Ancona rivolge alle Istituzioni affinché si convochi un tavolo di confronto d’urgenza.

«In questi anni abbiamo sentito, a tutti i livelli istituzionali, definire la Indelfab come azienda di grande strategicità per il territorio, ma azioni concrete per un vero rilancio del lavoro non sono state possibili da mettere in campo», si legge nella nota della segreteria della Fiom di Ancona. «A queste condizioni a pagare saranno esclusivamente le 245 persone di Fabrinao che perderanno il posto di lavoro ed il territorio che rischia di assistere, ancora una volta, all’avanzamento del processo di desertificazione industriale e di spopolamento. La Fiom di Ancona ritiene con forza che si debba provare in tutti i modi ad evitare che ciò avvenga, anche individuando strumenti di incentivazione straordinari e contribuzione per chi si farà avanti per reindustrializzare i siti dell’ex Antonio Merloni, garantendo la continuità occupazionale ai dipendenti che in questi anni si sono fatti carico di rinunce e sacrifici, sempre nella speranza che un vero progetto industriale potesse prendere vita e con esso il sogno di un lavoro dignitoso».

Su questo si chiede uno sforzo straordinario alle Istituzioni. «La convocazione urgente di un tavolo di confronto, anche per stimolare il mondo imprenditoriale, in nome e per conto delle persone che rappresentiamo, pronte come sempre a fare la loro parte».