FANO – Che fine hanno fatto le indennità Covid agli operatori sanitari? A chiederselo è la fanese Marta Ruggeri, capogruppo dei 5 Stelle in consiglio regionale che ha presentato nei giorni scorsi un atto ispettivo: «La giunta deve spiegare sia le ragioni del ritardo nel pagamento sia la divergenza sul dato riguardante il numero dei lavoratori che abbiano diritto all’indennità».
Secondo il decreto ministeriale del 30 novembre 2021 l’importo pro capite da erogare è pari a poco meno di 792 euro e nelle Marche, sulla scorta del dato fornito al Ministero della salute, dovrebbero beneficiarne sette lavoratori in somministrazione per un totale di poco superiore a 5.542 euro. La somma, però, non è stata ancora erogata.
Al sindacato Nidil Cgil risultano invece 39 i lavoratori in somministrazione nel comparto sanità che abbiano diritto all’indennità. «Un’altra questione di importanza rilevante – sottolinea Ruggeri – consiste nel fatto che numerosi operatori in somministrazione sono in servizio nelle aziende sanitarie marchigiane da circa 15 anni, svolgendo sempre le stesse mansioni e con contratti a tempo determinato che si rinnovano di sei mesi in sei mesi. Un rapporto di lavoro, quindi, caratterizzato da estrema precarietà e reso ancor più incerto alla luce del riordino definito dalle legge regionale dell’8 agosto scorso».
Ruggeri chiede quindi alla giunta regionale di chiarire quale fosse il numero degli operatori sanitari in somministrazione in servizio al primo maggio 2021 e per quale motivo l’indennità non sia stata ancora corrisposta, neppure ai sette lavoratori della comunicazione al Ministero. «Si vuole inoltre sapere – conclude la capogruppo dei 5 Stelle – se la Regione intenda riconoscere un’indennità equivalente, stanziando adeguate risorse in bilancio, a coloro che siano stati esclusi dall’elenco comunicato al Ministero. Da prevedere soluzioni che stabilizzino il personale in questione, anche mediante concorsi pubblici».