Sì, questo anno più che mai dobbiamo festeggiare, perché la scuola non è un focolaio di contagio ma una fiamma di rinascita per un nuovo inizio. Il lockdown è stato un’esperienza molto dura per i bambini e per i ragazzi. E su questo argomento una ricerca dell’Ospedale Pediatrico “Gaslini” di Genova appare molto illuminate. È stata presentata a giugno, ed ha raccontato, attraverso una raccolta di questionari, i danni psicologici, emotivi e comportamentali subiti dai nostri bambini durante l’isolamento.
Dall’analisi dei dati è emerso che nel 65% e nel 71% dei bambini, con età rispettivamente minore e maggiore di sei anni, sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Per quel che riguarda i bambini al di sotto dei sei anni, i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia, inquietudine e ansia da separazione.
Per i preadolescenti e adolescenti non c’è stato niente di peggio di questa fase di confinamento a casa: la natura di questo momento della crescita è quella dell’allontanamento dai genitori. Rimetterli nel nido, proprio mentre loro si sono appena schiodati dalla dipendenza infantile è stata una vera tortura.
Gli adolescenti, però, sono più opportunisti e questo dà loro più risorse. Il bambino può solo adattarsi, loro invece riescono a organizzarsi: al posto di darsi un bacio si manderanno dei messaggi su WhatsApp.
Nonostante la capacità di adattamento, la situazione di confinamento ha sicuramente determinato una condizione di stress con ripercussioni a livello non solo della salute fisica, ma anche di quella emozionale/psichica dei genitori e dei bambini. Per questo gli alunni hanno bisogno di tornare a scuola nel massimo della normalità possibile senza paura: se rinasce la scuola rinasce tutta la società.
Ma come stanno i genitori, sono pronti al ritorno a scuola dei loro figli?
Questi i dati emersi da una statistica:
– entusiasti perché la scuola riparta il 19%
– abbastanza entusiasti il 29%
– preoccupati per la ripartenza il 49%
– in difficoltà per la ripartenza il 6%
– nessuna risposta il 25%
La scuola, in mancanza purtroppo di una chiara consapevolezza del proprio ruolo, è stata commissariata dal sistema medico sanitario e sono state imposte norme molto restrittive, tra le quali, la più critica, l’obbligo di mascherina.
Come aiutare i figli perché il ritorno a scuola sia una festa? Cosa dire ai figli, specie quelli più piccoli? Come preparare gli alunni con i basilari educativi necessari alla scuola?
Ecco un breve prontuario per i genitori:
1) Non esagerare con le spiegazioni sul virus
2) Normalizzare le procedure anticovid e non renderle straordinarie
3) Ricordarsi che i bambini si abituano in fretta a tutte le situazioni, anche a quelle di disagio.
4) Far dormire il proprio figlio il tempo giusto:
– 3 anni, 12 ore
– 4 anni, 11 ore
– prima elementare, 10 ore
– terza quinta elementare, 9 ore
-Niente lettone dopo i tre anni
5) Vivere la colazione con i tempi giusti: occorre che non sia di corsa, che abbia un tempo dedicato. Attenzione alle forzature sul cibo meglio seguire i loro gusti.
6) Limitare l’uso dei videoschermi ricreativi: dopo le due ore bambini e ragazzi faticheranno a staccarsi e presenteranno disturbi del sonno e di concentrazione, provocando prestazioni scolastiche peggiori.
7) Evitare di assumersi il ruolo di dopo scuola: a scuola vanno i figli, non i genitori.
8) Favorire la socializzazione dei figli con i compagni, evitando ogni forma di isolamento.
9) Far fare sport ai propri figli, imporre momenti all’aria aperta per giocare: la regola deve essere prima il piacere poi il dovere (l’attività motoria mette in circolo endorfine).
Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager