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Intesa Sanpaolo e sindacati firmano l’accordo sull’integrazione dei dipendenti Ubi

Trattativa conclusa nella notte tra sindacati e Fabi. Definiti i trattamenti economici e normativi per i lavoratori Gruppo

Insegna Intesa Sanpaolo
L'insegna del gruppo Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo e le organizzazioni sindacali hanno firmato il primo accordo relativo all’integrazione dei circa 15.000 dipendenti di Ubi Banca. La procedura sindacale è una delle operazioni legate all’offerta pubblica di acquisto e scambio di Intesa Sanpaolo sul gruppo Ubi, conclusa nel corso del 2020, e che ha visto la piena integrazione della rete e il passaggio dei conti correnti da Ubi ad ISP lo scorso 12 aprile. A Intesa Sanpaolo sono passate 1.046 filiali di Ubi  (969 agenzie tradizionali e 77 agenzie imprese).

Con l’accordo, siglato dopo una trattativa partita lo scorso 11 febbraio, sono stati definiti i trattamenti economici e normativi di riferimento per gli 80.000 lavoratori del nuovo gruppo IntesaSanpaolo. La trattativa continuerà per tutto l’anno sulle parti previdenziali e assistenziali per i lavoratori ex Ubi e, per tutti, sul rinnovo del contratto aziendale in scadenza il prossimo 31 dicembre. È stato anche definito il premio di risultato per il 2021, pari a 110 milioni complessivi. Sarà costituita una nuova commissione sulla lotta alle pressioni commerciali: uno strumento che determinerà un cambio di rotta rispetto ai comportamenti difformi ai principi etici sull’attività di vendita di prodotti finanziari.

L’accordo tra banca e sindacati definisce il «percorso di armonizzazione dei trattamenti economico/normativi relativi a tutto il personale del nuovo Gruppo nell’ambito di un programma che individua le fasi e le materie che tempo per tempo saranno oggetto del confronto, considerata anche la prossima scadenza della contrattazione di secondo livello prevista per il 31 dicembre 2021», evidenzia una nota di Intesa Sanpaolo. Nell’ambito dell’accordo è previsto anche un “pacchetto giovani” che prevede una serie di condizioni rivolte a coloro che al momento dell’assunzione in Intesa Sanpaolo nell’ambito delle aree professionali abbiano un’età inferiore a 30 anni. Nell’ambito del percorso di integrazione – spiega la banca – è stato inoltre definito il Premio Variabile di Risultato per l’anno 2021 destinato a tutto il personale del Gruppo al fine di favorire il coinvolgimento e la partecipazione delle persone agli obiettivi del nuovo Gruppo Intesa Sanpaolo, confermando ulteriormente principi di inclusione, merito e orientamento a risultati sostenibili nel tempo previsti nel Piano d’Impresa.

Carlo Messina
Carlo Messina

«Gli accordi sottoscritti questa notte permettono di gettare le basi per una piena integrazione delle persone nel Gruppo, valorizzandone le competenze e garantendone lo sviluppo professionale».  Lo ha affermato il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. «Si conferma – ha aggiunto – il ruolo fondamentale delle organizzazioni sindacali nazionali e di Gruppo, che hanno consentito di trovare le soluzioni condivise, nel quadro straordinario e unico nel quale si è realizzata l’operazione. Ancora una volta le buone relazioni e il dialogo costruito negli anni da entrambe le parti, portando beneficio alle persone, acquisiscono rilevanza strategica per il Gruppo e contribuiscono fattivamente alla sua crescita».

«Bene il primo capitolo dell’armonizzazione dei trattamenti, si sono mantenuti tutti i trattamenti in essere e valorizzate le migliori esperienze dei due gruppi nell’esclusivo interesse dei lavoratori, siamo fiduciosi nel prosieguo del confronto». Così il segretario nazionale Fabi e coordinatore Fabi in Intesa Sanpaolo, Giuseppe Milazzo. «Abbiamo raggiunto un risultato importante per tutti i colleghi sia ex Ubi sia Intesa Sanpaolo. Abbiamo scongiurato il pericoloso ricorso all’applicazione dell’articolo 2112 del codice civile che avrebbe comportato la perdita di tante conquiste storiche fatte nel tempo», ha aggiunto il coordinatore Fabi Ubi in Intesa Sanpaolo, Paolo Citterio. «Lavoreremo ora da subito per un nuovo accordo sulle politiche commerciali, con caratteristiche di esigibilità per dare un freno alle pressioni indebite che tutti i giorni i colleghi sono costretti a subire. Entro fine anno lavoreremo sul nuovo contratto integrativo per tutti gli 80.000 colleghi del nuovo gruppo Isp. Un pensiero va a tutti i colleghi che in questi giorni sono impegnati nella delicatissima e non certo facile fase di integrazione e migrazione informatica. Con questo accordo sindacale abbiamo fatto il massimo per dare loro tutele e per mettere le basi per un futuro contrattuale ancora migliore».

«Come Uilca siamo soddisfatti del risultato conseguito perché rappresenta un importante punto di equilibrio, offre elementi di garanzia, tutela e valorizzazione per tutto il personale coinvolto e traccia un percorso positivo per il rinnovo della contrattazione integrativa valida per tutto il Gruppo”. Così i segretari nazionali della Uilca, Mariangela Verga e Giuseppe Bilanzuoli. «Con questo accordo – hanno detto – riteniamo di aver messo al centro della trattativa le persone in quanto tali e le loro aspettative professionali, in una logica di creazione di valore per tutti. È evidente che in tale ambito sarà altrettanto importante la seconda fase di rinnovo dell’impianto normativo di secondo livello del Gruppo Intesa Sanpaolo. Sul punto auspichiamo ampia disponibilità da parte dell’Azienda sui vari capitoli negoziali aperti. È importante infine osservare che all’interno dell’intesa è stato dato grande rilievo al contrasto delle pressioni commerciali, problema particolarmente sentito in tutto il settore, e si è istituita una commissione ad hoc che ha il compito di valutare le segnalazioni provenienti dai colleghi e individuare le iniziative di intervento più idonee, in coerenza con l’impostazione dell’accordo nazionale del 2017».

«Forte soddisfazione» è stata espressa da Susy Esposito, segretaria nazionale della Fisac-Cgil. «Abbiamo evitato l’applicazione automatica e non contrattata di normative.  Le lavoratrici ed i lavoratori di Ubi, che dal 12 aprile lavorano fianco a fianco con colleghe e colleghi di Intesa Sanpaolo, con questo accordo acquisiscono da subito certezze in tema di ruoli e percorsi professionali, mentre vengono migliorate le analoghe previsioni anche per Intesa Sanpaolo. Altre previsioni, quali ad esempio sulla mobilità territoriale, sono state salvaguardate in capo ai rispettivi destinatari fino ad una complessiva definizione di tutte le normative contrattuali, che avverrà entro la fine dell’anno per tutta la platea del nuovo Gruppo. Come Fisac-Cgil ci siamo dati l’obiettivo di migliorare le condizioni di tutte le lavoratrici ed i lavoratori del nuovo Gruppo. Entrambe le aziende hanno sviluppato nel tempo esperienze contrattuali di grande qualità e importanza: con queste intese abbiamo dato valore a questa storia e proseguiremo nel corso dei prossimi mesi, contrattando altri elementi fondamentali quali Previdenza Complementare, Assistenza Sanitaria, condizioni agevolate, permessi ed indennità».

Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi
Il quartier generale di Ubi Banca a Fontedamo, Jesi

«Si tratta di un accordo di percorso perché accompagnerà nelle varie tappe della integrazione, lungo il 2021, tutte le persone del nuovo gruppo Intesa Sanpaolo». Lo hanno detto Domenico Iodice e Mauro Incletolli, segretari nazionali della First-Cisl, definendo l’intesa raggiunta quale «la più rilevante operazione di transizione culturale e organizzativa recentemente realizzata nel panorama bancario italiano. Come sindacato abbiamo inteso governarla, introducendo regole che mettono in sicurezza diritti individuali, occupazione e professionalità. La certezza delle tutele conseguite rafforza l’identità comune e la fiducia, anche in vista dell’atteso piano industriale. Lo stakeholder-lavoro rimane il collante indispensabile a garantire successo e continuità a questa operazione. Non ha dunque senso nutrire rimpianti per un’esperienza che non muore, ma confluisce in un nuovo solido gruppo bancario europeo. Più che le insegne, sono le persone il vero elemento distintivo che garantirà ad Intesa Sanpaolo di svolgere la sua cruciale funzione sociale».

«Non è stata una trattativa semplice. Ciò nonostante si è riuscito a portare a fattor comune di tutto il gruppo importanti trattamenti economici e normativi conquistati in tanti anni di confronto sindacale all’interno dell’ex mondo Ubi». Parole del segretario nazionale di Unisin, Valerio Fabi. «Questo è comunque solo un primo step rispetto alle numerose e imprescindibili richieste unitariamente già portate al tavolo di trattativa dalle organizzazioni sindacali di Intesa. Nei prossimi mesi il confronto dovrà proseguire per definire tutte le altre materie non ancora affrontate sempre nella logica di dare a tutti i Colleghi di Intesa i migliori trattamenti già individuati nella stessa Intesa e nella ex Ubi, anche al fine di valorizzare la storia di accordi di secondo livello che erano presenti in Ubi». Per il segretario nazionale di Unisin Alessandro Casagrande «l’accordo pone le basi per l’avvio di un’efficace integrazione tra le colleghe ed i colleghi dei due Gruppi bancari, introducendo per tutti anche dei miglioramenti normativi ed economici. Una particolare attenzione è stata dedicata ai giovani nuovi assunti, prevedendo un “pacchetto” di agevolazioni destinate all’acquisto della prima casa, alla nascita dei figli e alla costruzione della pensione integrativa».