ANCONA – Inaugurato il 48° Anno Accademico dell’Università Politecnica delle Marche. Ospite d’onore, la senatrice a vita Elena Cattaneo. Biologa famosa in tutto il mondo per i suoi studi sulla corea di Huntington, una malattia neurologica causata da un gene mutato, è stata nominata senatrice a vita nel 2013 dall’allora Presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano. Agli studenti ha spiegato i motivi per amare la scienza: i dubbi, la necessità di verificare, la fatica e il coraggio nel portare avanti la propria tesi. Poi c’è il motivo principale. «Amo la scienza perché è affrontare l’ignoto ed entrare nel deserto della non conoscenza in piena libertà. Libertà è la parola chiave della mia vita. Bisogna tenere conto però che la libertà non è scontata e può non durare per sempre. Lo dimostra il caso di Giulio Regeni e di altri ricercatori. Il mio augurio ai giovani è di trovarsi il proprio deserto» dice Cattaneo. Di fronte alla folta platea di autorità, professori e studenti universitari, la senatrice ha parlato anche delle cellule staminali e della malattia di Huntington.
Ad aprire la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2016-2017, il magnifico Rettore, Sauro Longhi. Nel suo intervento ha parlato dell’importanza dell’Europa. «Le Università hanno creato reti di ricerca, hanno permesso l’incontro di tanti giovani nei tanti programmi Erasmus, sviluppato progetti di ricerca collaborativi, cancellato le frontiere, creato ponti per accogliere studenti provenienti da altri Paesi che non fossero europei- afferma Longhi-. Dobbiamo trovare energie e motivazioni per rafforzare l’Europa, che ci ha permesso di vivere per oltre 60 anni in pace, creando e distribuendo ricchezza, valorizzando la conoscenza per comprendere le differenze. Un rafforzamento dell’Europa deve necessariamente passare attraverso una valorizzazione delle Università come risorsa primaria del Paese per rilanciare sviluppo, confronto e competitività nel rispetto della libertà di ognuno».
Il rettore si è soffermato a parlare anche del diritto allo studio. «Attualmente abbiamo il più alto numero di studenti fra gli Atenei regionali con percentuali di occupazione dei nostri laureati superiore alla media nazionale. L’87,7% dei nostri laureati lavora 3 anni dopo la laurea magistrale contro una media nazionale che si ferma all’79,6%, con un reddito medio pari a 1.300 € netti al mese, anche questo sopra la media del Paese. Il 65,3% dei nostri laureati trova un impiego nell’area in cui si trova l’Università, una delle percentuali più alte in Italia. Ma se le condizioni economiche di alcune famiglie non permettono questo investimento, il Paese lo deve fare dando ai più meritevoli, anche se privi di mezzi concreti, aiuti economici. In Italia, il finanziamento per il Diritto allo Studio è tra i più bassi d’Europa. Pur in queste difficoltà, il nostro Ateneo ha introdotto significative misure per il diritto allo studio- afferma Longhi-. L’altra componente importante è la Regione, che ha recentemente riformulato la materia introducendo un unico ente regionale per il diritto allo studio, recependo quanto indicato nella recente Legge di Bilancio. La soluzione proposta, se non adeguatamente applicata, rischia di conservare ancora frammentato il servizio sul territorio senza uniformare servizi e costi».
Anche l’intervento del Presidente del Consiglio Studentesco Leonardo Archini, si è incentrato sul diritto allo studio. «La ricerca è lavoro. Oggi però si vuole istruire le nuove generazioni senza comprenderne veramente le esigenze. Servono finanziamenti, in 10 anni in Italia i posti di dottorato sono crollati del 44,5%, gli immatricolati del 20%. Inoltre, il numero chiuso nelle università limita la conoscenza- dichiara Archini-. Le agevolazioni del diritto allo studio non rispettano le nostre richieste. La Regione Marche ha appena approvato la nuova legge sul diritto allo studio. Il diritto allo studio dovrebbe essere uno dei principali impegni di un’amministrazione e, invece, i 9 milioni di euro in tre anni stanziati nelle marche saranno appena sufficienti a garantire le borse di studio, quando, ad esempio, ci sarebbe bisogno di manutenzione per gli studentati, assistenza sanitaria gratuita per gli studenti fuori sede e tutta una serie di servizi che vanno oltre la quota monetaria della borsa e che la regione sceglie di non garantire. Ad Ancona è necessario implementare i servizi: dal trasporto pubblico locale ad un maggior controllo dei contratti d’affitto, a nuovi spazi dove ritrovarci nei weekend».
La prolusione è stata affidata al prof. Bruno Mezzetti, docente di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali sul tema “La mela stregata. Scienza ed esoterismo nell’agricoltura del XXI secolo”. L’Università Politecnica delle Marche conferma la sua forte attrattività. Gli studenti sono quasi 17 mila, 4300 gli immatricolati nell’A.A. 2016-2017 con una percentuale di crescita del 7% sulle lauree magistrali anche a fronte di una riduzione dei posti nazionali disponibili per i corsi di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sono stati registrati incrementi del 69% in Biologia Marina e in Rischio Ambientale e Protezione Civile, del 23% in Scienze Economiche e Finanziarie, del 19% in Ingegneria Informatica e dell’Automazione, dell’11% in Ingegneria Biomedica, così come in Scienze e Tecnologie Agrarie, del 9% in Ingegneria Meccanica. La percentuale dei fuori corso è contenuta al 30%. Negli ultimi due anni è stata incrementata l’ offerta formativa con l’introduzione di corsi di laurea magistrale in lingua inglese. Ai progetti di ricerca sono stati stanziati 7 milioni di euro.