JESI – In queste ultime settimane, complice la pandemia, si sono registrati nel nostro territorio atti violenti, suicidi, crisi depressive, disturbi psichici e problemi di coppia come se ne registrano normalmente in un intero anno solare. Un aumento esponenziale sintomo di una emergenza sociale, per la quale serve costruire una rete per intervenire in maniera efficace, affrontare insieme le problematiche e provare a dare le soluzioni più opportune.
Di fronte ad una situazione così complessa è necessario fare fronte comune, affrontare insieme le problematiche e provare a dare le soluzioni più opportune. Ruota attorno a questi obiettivi il tavolo che si è costituito tra amministrazione comunale di Jesi, forze dell’ordine e medici e che diventerà centrale nel costruire una rete di protezione sociale. All’incontro, presenti gli assessori ai Servizi sociali Maria Luisa Quaglieri ed Educativi Marisa Campanelli, i rappresentanti di Polizia e Carabinieri, il direttore del Dipartimento di salute mentale Massimo Mari (e responsabile del supporto psicologico del Gores Marche), il direttore del Servizio per le Tossicodipendenze (Sert) Adriano Baldoni e il rappresentante dei medici di medicina generale Guglielmo Cherubini.
Si è condivisa l’idea di monitorare puntualmente la situazione, facilitando la circolazione delle informazioni, specialmente per i casi più complessi, così da provare ad intervenire in maniera puntuale ed efficace. «In questo periodo di grande incertezza – sottolinea il dottor Mari – è stata evidenziata l’impennata di casi clinici, ma anche molteplici richieste di sostegno psicologico. In particolare è stato sottolineato l’insorgere di due sentimenti a cui guardare con particolare attenzione: lo sgomento della popolazione di fronte a una emergenza epidemiologica che nessuno avrebbe potuto immaginare, con le ripercussioni sociali ed economiche che ne sono derivate, e una sorta di ingiustificata vergogna nel chiedere aiuto per i problemi di natura fisica, mentale, ma anche finanziaria che si vivono direttamente o per qualcuno dei propri cari. Uno scenario – conclude il dottor Mari – che impone di prendere in seria considerazione la tematica da parte delle varie parti in causa».
Il tutto in una regione come le Marche dove, è stato evidenziato, le risorse destinate al tema della salute mentale, rispetto alla spesa complessiva per la sanità, sono largamente al di sotto sia di quanto previsto dalla legge sia dalla media nazionale. Nelle prime due settimane dopo il lockdown si è assistito a 15 casi di super violenza ai danni di sé stessi e di altri sul nostro territorio.
L’incontro di ieri in Comune si è reso necessario anche alla luce di questi fatti e del più grave, che ha scosso la città di Jesi il 2 luglio scorso, l’omicidio di Fiorella Scarponi consumato nella sua abitazione di via Saveri a Jesi e il ferimento del marito della donna, Italo Giuliani. Il presidente della Libertas, scampato al massacro, è tornato a casa e trascorrerà lì in quelle mura intrise di ricordi e al contempo di sofferenza, la degenza per le ferite che gli ha procurato l’aggressore Michel Santarelli, 25 anni, affetto da disturbi psichici. Il vicino di casa con i problemi che tutti conoscevano e di cui avevano timore. Colui che gli ha strappato la sua Fiorella, colpendola con un vetro alla gola.
Michel si trova piantonato dalla Polizia Penitenziaria in ospedale, nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Sta facendo un trattamento farmacologico, non è qui. La sua testa, il suo cuore sono altrove. In un altrove molto confuso, che non gli permette di rendersi conto – e forse questo è un bene per lui – di ciò che ha fatto quella maledetta alba del 2 luglio scorso.
È stata fissata per giovedì 30 luglio alle 10 davanti al Gip del Tribunale di Ancona Sonia Piermartini l’udienza per l’incidente probatorio durante la quale saranno conferiti gli incarichi ai consulenti tecnici del Gip, della Procura (del pm) e della difesa. Le relazioni tecniche degli esperti saranno fondamentali per far luce su due aspetti legati allo stato di Michel Santarelli: le capacità di intendere e di volere prima, durante e dopo l’omicidio e la sua pericolosità sociale. I periti dovranno anche esprimersi sul miglior trattamento terapeutico cui sottoporre il ragazzo ed eventualmente in quale struttura. Si dovrà decidere se farlo restare al reparto di Psichiatria dell’ospedale o in un’altra struttura idonea per pazienti affetti da problematiche psichiatriche comportamentali.
Al momento nessuna delle sedi nella regione è stata indicata. Il Gip Sonia Piermartini ha nominato il perito Renato Ariatti di Bologna, il neuropsichiatra già noto alle cronache nazionali per essersi già occupato del delitto di Cogne, essere intervenuto durante il processo Provenzano e nel caso spinoso dell’insegnante di Prato accusata di aver avuto rapporti sessuali con un minorenne (13 anni) da cui ebbe anche un figlio.
Perito di parte, nominata dalla difesa rappresentata dagli avvocati Mauro Buontempi e Virginia Sassi, sarà la neuropsichiatra Francesca Bozzi. Consulente del Pm Marco Pucilli, è stato nominato il neuropsichiatra David Rocchetti.