JESI – Il biodigestore infiamma ancora gli animi. Giovedì 31 luglio è in programma il consiglio comunale, dalle ore 16, in cui dovrà essere votato l’atto di indirizzo per dare o meno il via libera alla realizzazione dell’impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti. Un documento che ancora non è stato fornito ai consiglieri comunali. «Stiamo aspettando, ma è un problema – afferma Samuele Animali di Jesi in Comune -. Prima di ogni consiglio ci confrontiamo tra consiglieri, simpatizzanti e con le altre persone che ci seguono e magari sono interessate alla questione che verrà portata in aula, ma in questo modo è impossibile. Anche l’idea che è trapelata dalla stampa, di spostare la localizzazione alla Sadam, andrebbe esaminata nei dettagli e discussa. L’art. 53 del regolamento parla di trasmissione degli atti ai Consiglieri nei 4 giorni precedenti al Consiglio, che peraltro è stato già convocato il 25 Luglio scorso. Siamo già fuori termine. In queste condizioni sarebbe ancor più ragionevole un rinvio a settembre».
«Dopodomani – è anche il parere di Andrea Binci del Pd – dobbiamo esaminare in Consiglio un atto di indirizzo sul biodigestore e ad oggi non ne è arrivata nemmeno la bozza. Non mi sembra un comportamento corretto verso le opposizioni».
Sul tema si fa sentire anche Matteo Marasca, ex consigliere Pd, il cui nome è stato più volte indicato per una futura candidatura a sindaco. «Il biodigestore – dice Marasca – potrebbe contribuire alla produzione di energia, di calore e di fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Un impianto capace di trasformare gli scarti alimentari e gli altri materiali organici che finiscono nella nostra spazzatura in una risorsa, da utilizzare per sostenere i bisogni della nostra quotidianità. Tale impianto permetterebbe di riutilizzare e trattare il rifiuto organico in ambito provinciale e di evitare così il pesante indotto in termini di impatto ambientale e di costi collegati al trasporto dei rifiuti al di fuori del nostro territorio. Un impianto che appare ben diverso e di gran lunga più virtuoso degli inceneritori. Un impianto che si pone quale naturale conclusione del ciclo integrato dei rifiuti. È pura logica, infatti, collegare all’elevato livello di raccolta differenziata a cui siamo arrivati, anche grazie al contributo delle nostre famiglie, un sistema di riuso del rifiuto stesso, che sia il meno impattante e il più sostenibile e utile al territorio».
Per tali ragioni, continua Marasca, «la realizzazione di un biodigestore nella nostra provincia mi vede favorevole e come me vede favorevoli molti altri cittadini con cui ho avuto modo di confrontarmi in questi mesi. Ritengo, pertanto, che all’interno di una politica di area vasta e di una visione strategica nella gestione dei rifiuti, finalizzata ad evitare responsabilmente situazioni di forte criticità emerse in diverse aree del nostro paese, è necessario che anche il Comune di Jesi faccia la propria parte, quale importante realtà nella Provincia di Ancona, aprendo alla possibilità che tale opera possa essere inserita sul territorio comunale, conseguendo così, non solo gli obiettivi sopra descritti, ma anche importanti contributi economici e future opportunità occupazionali. In questa operazione, ritengo che il Consiglio Comunale, anche sulla base delle politiche ambientali che si sono sviluppate negli anni, in ambito sovracomunale e con altri enti, abbia l’opportunità di sostenere l’Amministrazione Comunale su questo tema, pretendendo le migliori condizioni, affinché l’impianto venga installato a Jesi nel modo più sicuro e compatibile con le esigenze dei cittadini, magari presso aree produttive da riconvertire e senza ulteriore consumo di territorio, evitando il più possibile aree in prossimità di centri abitati. Oltre agli eventi informativi e ai momenti partecipativi, che pur ci sono stati, sono sicuro che il Consiglio Comunale, di cui ho fatto parte per anni, saprà fare la miglior sintesi nell’interesse generale, per la nostra comunità e per pretendere un ruolo forte della città in ambito provinciale, anche nella fase di realizzazione dell’impianto. Sarà necessario, infatti, non limitare l’attenzione “alla scelta” del sito, bensì sarà cruciale seguire, passo dopo passo, la realizzazione di tale opera, coinvolgendo da vicino i cittadini, gli esperti e gli operatori, in maniera tale da assicurare, ma soprattutto garantire, la massima qualità e la sicurezza dell’impianto. Tutto ciò nell’ottica di perseguire coerenti politiche di gestione del nostro territorio, mirate alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della salute, con responsabilità e con uno sguardo al futuro».