JESI – «Riunire questo Paese che il bipolarismo ha disgregato e distrutto. Tanto che la metà delle persone non va a votare più. Per trent’anni un cittadino di sinistra che voleva più salari, sanità e scuola, non li ha avuti. Un cittadino di destra che voleva meno tasse, meno immigrati e meno Stato, non l’ha avuto. Bisogna riappacificare i cittadini italiani e costruire un’area repubblicana che li riporti al voto perché si parla il linguaggio della verità». Così il senatore Carlo Calenda, leader di Azione, a Jesi, all’Hotel Federico II per presentare, con il suo ultimo libro “Il Patto”, l’accordo con il Movimento Repubblicani Europei in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Accordo in virtù del quale Umberto Trenta sarà candidato nella lista di Azione in quota MRE nel collegio dell’Italia centrale. «Territorio, l’Italia centrale e le Marche, che per noi è da tanto tempo un riferimento importante e che da oggi, con questo patto, lo diventa ancora di più» evidenzia Calenda.
Con Carlo Calenda al tavolo dei relatori la senatrice e segretaria nazionale MRE Luciana Sbarbati, il candidato Trenta, Katia Mammoli, Tommaso Fagioli e Massimo Belelli.
Secondo il segretario di Azione: «L’Europa è per troppi oggetto oscuro, ad esempio quanto alle sue reali competenze perché i politici italiani tendono a dare all’Europa responsabilità che, in realtà, sono loro, come sull’immigrazione». Nell’intervento di Calenda, ampio spazio alle necessità di una difesa comune europea e di un sostegno alla resistenza dell’Ucraina contro l’invasione russa, «perché la storia insegna che i dittatori come Putin dicono quello che poi fanno e se non si contengono in tempo, si arriva poi alle guerre mondiali». Insiste il senatore: «Oggi l’Italia è terzultima al Parlamento Europeo in termini di influenza, dai temi della difesa alla cooperazione internazionale. Perché questo cessi bisogna portare uomini e donne preparati. Dobbiamo tornare a far contare l’Europa per i cittadini italiani, informandoli sulle attività europee».
Sbarbati sollecita alla partecipazione al voto e richiede una «svolta che restituisca all’Unione Europea l’autorevolezza che le spetta a livello internazionale. Sarà possibile solo se si perseguirà con fermezza l’obiettivo di un’Europa politica federale, con una sola politica estera e della difesa, con la riforma dei trattati, l’abolizione del diritto di veto, l’attribuzione al Parlamento Europeo di un ruolo legislativo. Umberto Trenta è il nome giusto per ridare dignità al territorio marchigiano in Europa, garantire l’attuazione di progetti cruciali per farlo uscire dall’atavico isolamento infrastrutturale e politico. Le Marche sono inoltre svantaggiate da un punto di vista delle tecnologie avanzate, abbiamo ancora tanta strada da percorrere. Bisogna riuscire ad incidere con la professionalità e l’impegno, qualità che Trenta ha sempre dimostrato di avere. Basti ricordare il suo ruolo di primo piano nello sviluppo della Macro-Regione Adriatico-Jonica e la creazione dell’Università della Pace, alla presenza di Michail Gorbačëv per comprendere la grande esperienza di dialogo con le istituzioni europee di Trenta».
Da Trenta il richiamo all’importanza di “pensiero e azione” e poi l’impegno: «Costruiremo insieme un’Europa finalmente politica, con una nuova postura internazionale, che sia protagonista e sappia reagire ai conflitti in corso nel mondo. Sarà un’Europa dei popoli e della cultura, capace di coniugare sviluppo e solidarietà, affrontando i problemi della formazione e del lavoro. E tuttavia, allo stesso tempo, dovremo tutelare i singoli territori, le specificità culturali, ambientali ed economiche delle regioni. Dovremo essere capaci, dunque, di perseguire una comune identità europea: tutti dovremo dirci europei».