JESI – Taglio del nastro questa mattina (10 novembre) al Palazzo dei Convegni di Jesi per la mostra “Carlo Urbani e il territorio di origine” che sarà visitabile fino al 25 novembre prossimo. Nel nome del medico della Sars, a Palazzo Bisaccioni si è svolta la consegna del terzo Premio Carlo Urbani alla presenza dell’onorevole Laura Boldrini.
A fare gli onori di casa c’erano il Sindaco Massimo Bacci, il giornalista Vincenzo Varagone, il figlio del medico di Castelplanio Tommaso Urbani, la Sindaca di Castelplanio Barbara Romualdi che hanno inaugurato l’esposizione. «Carlo Urbani non solo dal punto di vista professionale ma anche umano, ecco il senso di questa mostra – ha detto Tommaso Urbani -. Mio padre era un uomo normale, sempre a disposizione degli altri». In mostra gli oggetti che Carlo urbani acquistava durante i suoi viaggi, le spezie, lo smoking che ha indossato per ritirare il Premio Nobel per la Pace ad Oslo nel 1999.
«Esempio per tutti, a Carlo Urbani è intitolato il nostro ospedale dove spero tutti si ispirino ai suoi valori» ha aggiunto il primo cittadino. Sindaca di Castelplanio e socio fondatore dell’Aicu (Associazione italiana Carlo Urbani), Barbara Romualdi ha evidenziato: «Gli insegnamenti di Carlo andrebbero applicati in tutti i settori. Non era un eroe ma una persona normale». Castelplanio potrebbe ospitare una mostra permanente su Carlo Urbani come anticipato dal consigliere regionale Fabio Badiali.
Nella splendida sala di Palazzo Bisaccioni è stato consegnato da Laura Boldrini, il Premio Carlo Urbani alla dottoressa Maria Antonietta Purgatorio e al medico Sergio Cotugno. Un riconoscimento “rinato” proprio grazie all’impegno della ex presidente della Camera dei deputati, cui hanno partecipato Alessandro Verona coordinatore di Intersos, Alessandra Carozzi presidente della Fondazione De Carnieri.
Appassionato il saluto della Boldrini: «La figura di Carlo mi è molto cara, può ispirare intere generazioni ed è nostro dovere far conoscere la sua visione. Non siamo degni di Carlo, del suo nome, se non diffondiamo i suoi ideali soprattutto in questo momento storico. Credo che Carlo non avrebbe apprezzato l’attacco fatto da certe forze politiche alle Ong: lui che è andato a ritirare il Premio Nobel per Medici Senza Frontiere non l’avrebbe mai accettato. La nostra Costituzione è piena dei valori in cui Carlo credeva, è nostro compito portarli avanti». Il conferimento è stato consegnato a Maria Antonietta Purgatorio per un progetto in Tanzania «che non ho ancora potuto svolgere perché in ospedale siamo tre medici e non ho chi mi sostituisce», e a Sergio Cotugno per il progetto Intersos, dove svolge assistenza sanitaria di base nella Capitanata, nei ghetti dove vivono i braccianti agricoli, per assicurare la copertura sanitaria a pazienti senza adeguato accesso ai servizi locali come migranti in transito, lavoratori stagionali, individui o comunità emarginate.