JESI – «Abbiamo un’occasione unica e straordinaria, che non ricapiterà più. Un regalo per le generazioni che verranno. Non un capriccio, come qualcuno sostiene, bensì un’operazione storico-culturale che rimetterebbe a posto le cose». L’artista Massimo Ippoliti, noto scultore nonché apprezzato insegnante, non ha alcun dubbio: sì allo spostamento della fontana dei Leoni di Jesi in piazza della Repubblica, utilizzando i 2 milioni di euro messi a disposizione, mediante testamento, dal celebre fumettista Cassio Morosetti per riportarla nel luogo in cui era stata pensata.
Il lascito testamentario non lascia effettivamente spazio a interpretazioni. «Lascio al Comune di Jesi (An) la somma di euro 2.000.000 (duemilioni), con obbligo di riportare la fontana con i leoni e obelisco in Piazza della Repubblica, ove era sita prima della guerra, lasciandola lì per sempre nel posto ove gli architetti del tempo vollero che fosse; la fontana dovrà essere resa perfettamente funzionante nella sua parte idraulica, allacciata all’acquedotto cittadino. Qualora il Comune non ottemperasse al suddetto obbligo entro un anno dalla pubblicazione del presente testamento (22 luglio 2020), la disposizione di cui sopra deve intendersi revocata e le somme originariamente destinate al Comune saranno devolute in beneficenza in parti eguali a favore della “Fondazione Opera San Francesco per i poveri” di Milano viale Piave n.2, del “Pane quotidiano” di Milano Viale Toscana n. 28 e della ”Lega del Filo d’Oro” di Osimo via Montecerno n. 1”».
«Lo considero un dono meraviglioso, questo di Morosetti – dice lo scultore Ippoliti -. Un regalo prezioso per le generazioni a venire. La fontana, il cui disegno è di Raffaele Grilli e la realizzazione di Luigi Amici, è stata installata davanti al teatro Pergolesi nel 1844. Serviva per portare l’acqua in centro città. La storia di questo monumento è davvero emozionante, considerevole il ruolo che ha rivestito per Jesi. Poi, nel 1949, per far spazio alla stazione delle autocorriere, è stata portata in piazza Federico II. Noi siamo abituati a vederla lì, in pochi la ricordano nella sua originaria collocazione, ma non era stata progettata per la piazza del Duomo, bensì per la piazza ottocentesca del teatro Pergolesi, quadrangolare come la stessa fontana. Apprezzo pertanto che l’amministrazione intenda far conoscere meglio Morosetti e raccontare la storia di questa scultura, così da mettere in condizione i cittadini di valutare serenamente tale opportunità unica, che non ricapiterà mai più».
A detta di Ippoliti, la fontana in piazza della Repubblica non ostruirebbe la visuale del teatro, a differenza di quanto sostengono alcuni suoi colleghi artisti. «Si tratta di un monumento alto 14 metri, dal piano di calpestio alla punta dell’obelisco – spiega l’artista -. Il suo corpo non è così grande e il baricentro ottico è molto basso. L’obelisco, fra l’altro, andrebbe rifatto con altro materiale, per alleggerirlo e metterlo in sicurezza: ora pesa oltre 100 quintali, per dare un’idea. Anche perché, se riflettiamo sull’utilizzo quotidiano della medesima piazza, il suo centro, dove confluiscono le diagonali, viene utilizzato dai ragazzini per giocare a pallone, andare in bici o con lo skate. In pochi, passeggiando, la attraversano diagonalmente. Dunque, non credo si perderebbe nulla. Al contrario, la fontana sarebbe un ulteriore elemento estetico, ideato proprio per “vivere” in quel contesto. Migliorerebbe Jesi, senza dubbio».
E piazza Federico II? Senza fontana, a detta di alcuni, perderebbe la sua funzione. «A mio parere, invece – osserva Ippoliti -, ritroveremmo un ampio spazio che dentro le mura non c’è più, per organizzare iniziative, concerti, feste. Può diventare il fiore all’occhiello per le manifestazioni, essendo nel cuore della città. E con pochi soldi, potrebbe essere arredata con essenze ed arbusti, utilizzando ad esempio delle strutture mobili, da rimuovere in caso di particolari eventi».
Lo scultore jesino, che nel 2007 si è occupato del restauro della stessa fontana, auspica pertanto decisioni rapide: «Abbiamo un’opportunità enorme. Valutiamola subito e, se l’operazione è fattibile, procediamo. Senza perdere tempo».