JESI – Stipendi ridotti per rilanciare il teatro Pergolesi. A prendere questa decisione sono stati i lavoratori della Fondazione Pergolesi Spontini, con l’obiettivo di ridare forza e slancio alle attività e non lasciare a casa nessuno dei componenti della struttura. Guadagnare un po’ meno, insomma, per lavorare tutti. Una scelta tutt’altro che facile, considerando il deficit da ripianare (si parla di circa 600 mila euro) e le polemiche politiche che sono scaturite al momento dell’annullamento di alcune opere in cartellone, che hanno convinto l’amministratore delegato William Graziosi, successivamente al confronto con il sindaco Massimo Bacci, a uscire di scena (leggi l’articolo). Ora, comunque, il bilancio 2017 è stato ripianato ed anche quello del 2018 dovrebbe chiudere in pareggio.
A guidarli in questa apprezzabile e rischiosa missione è Lucia Chiatti, la professionista – attuale responsabile amministrativa della medesima Fondazione – incaricata dal cda presieduto dal sindaco Bacci di sanare le criticità finanziarie e integrare finalmente le opere e i concerti in scena sul palco con il territorio di riferimento.
«Vorremmo restituire il teatro alla città», spiega proprio la Chiatti. I sei dipendenti a tempo indeterminato, quindi, hanno dato la propria disponibilità ad accettare un contratto con orari e remunerazione ridotti al fine di poter confermare i due lavoratori interinali, che pure rinunceranno a qualcosa, e a tutti i professionisti che operano in teatro e che, a loro volta, percepiranno cifre minori. La decurtazione al compenso si aggira mediamente sul 30%.
«Avevamo chiesto, come cda, di ridurre i costi della struttura – evidenzia il sindaco Massimo Bacci -. Con questa decisione, che apprezzo notevolmente, diminuiranno le uscite della Fondazione e nessuno resterà a piedi. Davvero un bel gesto».
«È una scommessa che, seppur rischiosa, siamo sicuri di vincere – osserva Lucia Chiatti -. Abbiamo concordato fra noi questa riduzione di stipendio con l’obiettivo di consolidare ulteriormente la squadra, rafforzandola senza rinunciare a nessuno. Nel contempo, stiamo instaurando rapporti con gli attori culturali, turistici ed enogastronomici del territorio. Vorremmo davvero che i cittadini sentissero proprio questo teatro e le attività che in esso si svolgono. Insomma, faremo di tutto per restituire il teatro alla città, per avvicinarlo a ciascun cittadino».