JESI – «Siamo sconvolti, non capiamo come sia potuto succedere, era a meno di 50 centimetri dal mezzo che lo ha travolto e ucciso». C’è sgomento e poca voglia di parlare al cantiere edile allestito da Ferrovie Italia presso la stazione ferroviaria di Jesi, dove questa mattina alle 8,45 si è verificato un terribile incidente sul lavoro in cui ha perso la vita uno dei sei operai della ditta “Centro Meridionale Costruzioni” di Casoria, Pasquale Barra.
L’uomo, 55 anni di origine campana (era residente ad Afragola), secondo una prima ricostruzione della dinamica – ora al vaglio della Polizia di Stato – si trovava sul binario 4 (attualmente chiuso alla circolazione ferroviaria per i lavori edili di riqualificazione e di abbattimento delle barriere architettoniche) e stava prendendo delle misure. Era a poco meno di 50 centimetri dal collega, che era alla guida di un “caricatore” una specie di escavatore che marcia su binario.
L’operaio alla guida del mezzo pesante sebbene partito a velocità bassissima, procedendo in retromarcia non si è accorto del collega che era sul binario: quest’ultimo forse abbassato per le misure, forse scivolato. Un elemento da analizzare per gli investigatori anche la visibilità: sarebbe stato impossibile infatti, dalla cabina di guida che si trova a un’altezza di circa 2 metri da terra, vedere una persona accovacciata o abbassata, sebbene vicinissima.
Il conducente del mezzo non deve aver visto il collega sul binario, infatti il mezzo in movimento, sebbene appena partito, ha travolto e ucciso il 55enne, per il quale purtroppo non c’è stato nulla da fare. Inutili i tentativi di soccorso da parte dei sanitari dell’automedica del 118 e della Croce Verde intervenuti sul posto, hanno potuto soltanto constatare il decesso. Sono anche intervenuti gli agenti del Commissariato di Jesi e gli esperti della Scientifica, oltre al personale dell’ispettorato del Lavoro della Asur.
Il cantiere è stato posto sotto sequestro giudiziario, così come il mezzo escavatore. Choc tra i colleghi. «Lavoravamo insieme da molto tempo e da luglio scorso eravamo impegnati in questo cantiere – dicono – Dovevamo completare i lavori a luglio di quest’anno. Una tragedia per la quale non ci sono parole se non di dolore». La dinamica dell’investimento mortale è al vaglio della Polizia che ha sentito tutti i presenti e ovviamente anche l’operaio alla guida del mezzo, comprensibilmente distrutto e sotto choc.
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