JESI – L’Asp ambito 9 si è aggiudicata per la seconda volta, il progetto “WIFI – Welfare Interculturale, Formazione e Integrazione Modelli innovativi di Azioni Territoriale e spazi di cittadinanza”, di cui è ente capofila istituzionale.
Nome complesso per un progetto in realtà abbastanza semplice e che vede coinvolti numerosi partner: «Non solo accoglienza, ma anche integrazione – ha spiegato Sergio Mosconi, presidente Asp Ambito 9 -. Il nostro si è classificato quinto su un totale di 121 progetti di cui 25 finanziati. Durerà dal novembre di quest’anno fino all’aprile del 2020 ed avrà come scopo quello di favorire l’inclusione economica e sociale dei cittadini provenienti dal paesi terzi». L’Asp ha già lavorato in questa direzione con E-Quality, che si è aggiudicata lo scorso aprile (leggi l’articolo), e di cui Wifi è la prosecuzione. «Si intende definire un nuovo modello di Welfare capace di coniugare il tema dell’integrazione con quello dell’integrazione sociale, sperimentando nuove pratiche dove i cittadini dei paesi terzi siano parte attiva insieme alle Pubbliche Amministrazioni, alle organizzazioni del Terzo Settore, ai cittadini e alla comunità locale» ha aggiunto Franco Pesaresi direttore dell’Asp.
Ad entrare nel merito è stato Giampaolo Gherardi per la Cooss Marche: «In pratica si cerca di aiutare il cittadino e la pubblica amministrazione ad andarsi incontro: penso agli uffici anagrafe dove il cittadino dei paesi terzi si imbatte con difficoltà per lui e per chi svolge il servizio. Il progetto precedente ha funzionato in alcuni territori meglio che in altri». Budget complessivo del progetto è di 637mila euro circa, di cui 63mila sono cofinanziati dagli enti coinvolti che sono l’Ast 13 Comune di Osimo, la Cooss Marche, la Cooperativa La Gemma, la Cooperativa Vivere Verde, l’associazione Anolf e il Consorzio Nazionale delle Ricerche. «La tematica è molto importante – ha detto Francesco Sansone per il Centro Ricerche – Il fenomeno va sfruttato, inutile cercare di arginarlo. Con questo progetto cerchiamo di utilizzare strumenti informatici per dare informazioni utili alla cittadinanza».
Ambiziosi gli obiettivi che rispetto al progetto precedente vogliono ampliare i territori da prendere in esame; migliorare la capacità dei cittadini provenienti dai paesi terzi per accedere ai servizi; favorire la concertazione tra pubblico, privato sociale e cittadini; realizzare laboratori che coinvolgano la comunità locale. Saranno 120 gli operatori della pubblica amministrazione coinvolti, per un totale di 420 persone cui sono dedicate iniziative e laboratori sulla cittadinanza attiva, l’aggregazione, la sensibilizzazione verso il volontariato. «Tanti i soggetti coinvolti – ha aggiunto Nora Bianchi per l’Asp 9 – tra cui le scuole: spesso si segnala una partecipazione differente alla vita formativa degli studenti da parte di genitori che hanno una cultura diversa. Cerchiamo quindi di far incontrare le esigenze delle due parti».