JESI – Professionalità e competenze all’ospedale Carlo Urbani, nel reparto di Urologia, di Jesi dove da oggi, 23 novembre, sono ospitati dieci chirurghi provenienti da tutta Italia per uno stage volto a divulgare le migliori conoscenze sulla laparoscopia.
I professionisti sono al lavoro per studiare una particolare tecnica chirurgica eseguita attraverso piccoli orifizi anziché lunghe incisioni cutanee. Lo stage, della durata di tre giorni, prevede corsi teorici, la presenza in sala chirurgica per assistere ad alcuni interventi su casi complessi e alcuni esercizi simulatori che i medici effettueranno attraverso un particolare macchinario. «Si tratta del primo dei tre stage organizzato dall’associazione WeUro, acronimo che sta per “Noi Urologi”, fondata nel giugno scorso dai massimi esperti nazionali e internazionali di urologia con lo scopo di favorire conoscenza e formazione» spiegano i vertici dell’Area Vasta. A presiederla è il professor Vincenzo Ferrara, che è alla guida del reparto di Urologia del Carlo Urbani di Jesi.
L’attività di formazione dei dieci chirurghi continuerà poi con altri due appuntamenti: uno al Cardarelli di Napoli, dove il professor Vincenzo Ferrara, insieme ai suoi collaboratori e agli urologi di tale ospedale, dapprima li coinvolgerà nelle normali sedute operatorie, per poi seguirli durante interventi di laparoscopia su maiali appositamente allevati per tali sperimentazioni. Per finire, il terzo stage si terrà ad Arezzo dove, a completamento della loro formazione, i discenti potranno effettuare interventi chirurgici anche su cadaveri. Durante ognuno di tali stage saranno effettuati anche collegamenti video con urologi e ospedali italiani e stranieri, in particolare di Richmond (in Virginia-USA), di Parigi e di Tel Aviv.
«Una volta che i 10 chirurghi avranno appreso le tecniche chirurgiche – spiega il professor Ferrara – andremo nei loro ospedali a seguirli negli interventi che loro stessi, in forza delle conoscenze acquisite, effettueranno sui pazienti. Tra i medici iscritti ai nostri corsi, il 30% di loro lavora in ospedali forniti di robot chirurgici e, nonostante questo, vengono da noi per imparare le tecniche laparoscopiche, in considerazione del fatto che la professionalità e l’esperienza accumulata in due decenni di interventi laparoscopici hanno fatto sì che l’Urologia del Carlo Urbani sia considerata un punto di riferimento nel panorama nazionale per l’esecuzione di interventi sempre più innovativi e meno invasivi».
«Rispetto all’uso del robot – continua Ferrara – la laparoscopia si fa preferire perché consente le stesse percentuali di guarigione
nel trattamento dei tumori urologici e gli stessi risultati statistici in termini di perdite di sangue, di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile post operatoria, (come testimoniato da tutti gli studi scientifici finora fatti nel mondo); inoltre, i costi delle tecniche laparoscopiche, rispetto agli interventi con robot, sono
notevolmente più bassi, facendo risparmiare circa 4000 euro per ogni intervento».