FABRIANO – Tutto pronto per l’attivazione della cassa Covid-19 alla JP Industries di Fabriano. Partirà ufficialmente, in modo retroattivo, dal 4 maggio scorso. Con il cambio di causale dell’ammortizzatore sociale è molto probabile che i circa 600 dipendenti dell’azienda che fa capo all’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli possano essere coperti con la cassa integrazione quasi fino a fine 2020. E non a luglio o settembre, come si profilava in precedenza.
Per i sindacati, che in questi giorni hanno avuto un confronto con i vertici di JP proprio per quanto concerne l’avvio del nuovo strumento di sostegno economico per i lavoratori, la trasformazione della cassa integrazione da riorganizzazione a Covid-19 dovrà costituire un’occasione per rilanciare la newco che ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni. «La modifica della cassa da riorganizzazione a Covid-19 può consentire alla JP di proseguire il percorso in continuità, come del resto avevo sempre auspicato – osserva Pierpaolo Pullini, segretario provinciale della Fiom –, soprattutto considerando che proprio il cambio della causale permetterà di avere nove settimane in più di cassa».
Grazie alla cassa Covid, infatti, si potrebbe arrivare fino all’autuno, dopo riprenderebbe la cassa integrazione per riorganizzazione, per cui i circa 600 dipendenti che operano complessivamente nei due stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e del Maragone e nell’impianto umbro di Gaifana potrebbero contare sull’ammortizzatore sociale, grosso modo, fino alla fine del 2020. Ma questo lasso di tempo, secondo le parti sociali, non dovrebbe passare invano, ma piuttosto servire per riaccendere i riflettori sul nuovo progetto industriale che il management vorrà mettere in campo per rilanciare la JP Industries di Fabriano.
«Ci aspettiamo un piano che metta al centro la continuità dell’azienda – sottolinea ancora Pullini – e che, nel contempo, tenga nel dovuto conto tutti i rilievi e le osservazioni formulati qualche mese fa dal Tribunale fallimentare al piano concordatario che i vertici di JP avevano presentato a fine gennaio scorso e che prevedeva, fra l’altro, ben 343 esuberi, salvo poi averlo ritirato. Ed è altrettanto evidente che con il nuovo piano industriale si dovranno individuare meccanismi per il sostegno al reddito dei lavoratori in vista dell’attuazione del piano medesimo».