FABRIANO – Vertenza Tecnowind, la Fiom scrive al ministero dello Sviluppo economico e all’azienda stessa. «Fate presto, i lavoratori sono giustamente fortemente preoccupati», il messaggio lanciato da Pierpaolo Pullini, componente della segreteria regionale della Fiom e responsabile sindacale del fabrianese.
Due missive e un unico messaggio. La prima lettera, la Fiom l’indirizza al ministero dello Sviluppo economico, precisamente al viceministro Teresa Bellanova e al dirigente Giampiero Castano. «Avanziamo richiesta di incontro urgente per il monitoraggio della complicata situazione che si sta vivendo sul territorio di Fabriano in merito alla vertenza dell’azienda produttrice di cappe aspiranti Tecnowind. Nell’incontro avvenuto al Mise lo scorso 11 aprile, ci si era lasciati con l’impegno di riaggiornarsi la settimana successiva sia per una discussione di natura industriale, sia per l’individuazione dell’ammortizzatore sociale più idoneo, anche con incontro congiunto con il ministero del Lavoro. Da allora nessuna convocazione è arrivata e l’azienda è entrata in concordato. Si richiede quindi di essere convocati presso la vostra sede per riprendere la discussione e condividere un percorso di gestione della vertenza in oggetto». A stretto giro di posta, la risposta. La convocazione al Mise è stata fissata per l’8 giugno alle 10:30.
La seconda lettera ha, invece, come destinatari la direzione della Tecnowind, il commissario della procedura del concordato e la Confapi, l’associazione datoriale alla quale è associata l’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti.
«Ben consapevoli del grave stato patrimoniale e finanziario in cui versa l’azienda, considerato il nostro ruolo di rappresentanza delle lavoratrici ed i lavoratori, non possiamo non portare in evidenza il dramma sociale che sta attraversando la vita dei dipendenti. La Tecnowind è un’azienda che in questi anni è riuscita a reggere la situazione grazie ai sacrifici delle persone che ci lavorano, è un’azienda che nel territorio di Fabriano deve essere portata come esempio di integrazione sociale, dove le persone tra tante differenze e difficoltà sono riuscite a fare fronte alla crisi che ha devastato il territorio. Parliamo quindi di lavoratrici e lavoratori che non meritano quello che stanno vivendo e, soprattutto, non ne sono sicuramente la causa». Per tutto ciò, «vi chiediamo di attivarvi, ancor più di quanto è stato fatto fino ad oggi, per trovare una soluzione che possa dare quella tranquillità lavorativa ad un’azienda che costituisce uno spaccato di società dignitoso e degno di grande rispetto. Ci teniamo, inoltre, a far presente che molte delle persone che attualmente lavorano in Tecnowind sono sprovviste di coperture delle reti familiari, che in questi anni, causa anche la cassa integrazione, non sono riusciti ad accantonare risparmi, e anche la singola giornata pagata può fare la differenza, figuriamoci una mensilità intera. Ci permettiamo quindi di chiederVi di mettere in campo tutte le azioni affinché, nonostante la procedura concorsuale, vengano loro riconosciute, nel più breve tempo possibile, le mensilità mancanti, venga quindi loro restituita la dignità che si sono duramente guadagnata. Ci permettiamo anche di chiedervi di intercedere, per quanto sopra, con la sezione fallimentare del Tribunale di Ancona».
Intanto, oggi, 23 maggio, i sindacati hanno incontrato la dirigenza Tecnowind e, quindi, riunito in assemblea i lavoratori. Ma, al momento, non è emersa alcuna novità di rilievo.