ANCONA – La tragedia delle foibe e il dolore degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia che è ancora forte. A 70 anni dall’esodo di 350mila connazionali, manca ancora consapevolezza di questa triste pagina di storia, tenuta nascosta per tanti, troppi anni. Fra il 1943 e il 1947 oltre 10mila persone furono gettate vive o morte in queste gole per volere del maresciallo Tito, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia. L’unica via di scampo alla morte, l’esodo.
All’ex Caserma Villarey, oggi sede della Facoltà di Economia, si è celebrata la giornata del ricordo alla presenza di Franco Rismondo Presidente del Comitato Provinciale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del vicesindaco Pierpaolo Sediari, del rettore dell’Univpm Sauro Longhi, di SE Carinale Menichelli e di numerose Autorità. Una corona di alloro è stata deposta davanti alla pietra, che un esule istriano portava nello zaino quando trovò rifugio a Villarey, e alla lapide, che esattamente dieci anni fa il Comune di Ancona appose all’ingresso dell’ex Caserma, in memoria degli italiani che tra quelle mura trovarono primo asilo. Presenti anche molti esuli ancora viventi, accompagnati da figli e nipoti, e studenti delle scuole.
Al termine della cerimonia è avvenuta la consegna di documenti storici all’Archivio di Stato riguardanti la presenza degli esuli nella provincia di Ancona. «Sono 1200 gli esuli la cui presenza venne registrata nel territorio provinciale nel 1957. Sono 600 circa coloro che nel capoluogo sono rimasti, trovando piena accoglienza e disponibilità a diventare anconetani a tutti gli effetti – spiega Rismondo-. I documenti sono pagine di memoria che non possono andare persi. C’è anche un registro di protocollo di tutta la corrispondenza tra l’Associazione, la Prefettura, le varie ditte per trovare lavoro. Inoltre, ho raccolto una cinquantina di schede anagrafiche di esuli, interviste dove raccontano dell’esodo, ritagli di giornale. C’è poi l’unica fotografia di una famiglia dentro la Caserma Villarey».
MOMENTI DELLA CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE
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