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La Madonna delle Rose di Ussita ha sconfitto il terremoto

Grazie alla caparbietà di tante persone ed esperti, che non si sono voluti arrendere alla furia devastatrice del terremoto che ha duramente provato queste zone dall’agosto all’ottobre del 2016, si sta restaurando l'amata e venerata scultura di terracotta

Il momento del ritrovamento

USSITA – La Madonna delle Rose di Ussita tornerà a “casa” una volta completato il restauro. E sono in molti a gridare al miracolo. O, comunque, a un fatto eccezionale, frutto della caparbietà di tante persone ed esperti che non si sono voluti arrendere alla furia devastatrice del terremoto che ha duramente provato queste zone dall’agosto all’ottobre del 2016.

Il lavoro di recupero

A San Placido di Ussita all’interno della omonima chiesa, che in precedenza era intitolata a Sant’Eustachio, sull’altare di sinistra in una nicchia si trovava una scultura in terracotta della Madonna con in braccio il Bambino. La statua era contornata di rose di plastica con corone ed ex voto, segno di grande devozione per gli abitanti del minuscolo e bellissimo borgo del maceratese.

A seguito della terribile scossa del 30 ottobre, la chiesa ha riportato gravissime lesioni e la Madonna in terracotta è caduta dalla nicchia frantumandosi in una miriade di pezzi, alcuni di piccolissime dimensioni.

Alcuni degli oltre 350 frammenti

A distanza di alcuni mesi, esattamente nel febbraio di quest’anno, la squadra di recupero inviata dall’unità di crisi e composta da storici dell’arte del Mibact e dai carabinieri, sono stati inviati in questa chiesa per salvare un antico Crocifisso, delle tele e dei pregevoli altari. Alcuni hanno notato dei frammenti di colore azzurro sparsi tra le macerie e il pavimento polveroso, tra questi si intuiva il volto bello e martoriato della Vergine rivolto ai soccorritori come per chiedere aiuto. Pierluigi Moriconi, della Soprintendenza di Ancona, funzionario di zona, dispone il recupero dei frammenti. I carabinieri della TPC di Ancona e l’allora responsabile dei beni culturali della Arcidiocesi di Camerino, Luca Cristini, iniziano il paziente e difficoltoso lavoro di recupero, alla fine i reperti prelevati sono oltre 350. Tutto viene schedato e imballato e insieme agli altri beni caricato in un camion del Battaglione Carabinieri di Bari e portati alla Mole di Ancona, dove i restauratori dell’ISCR fanno i primi lavori di messa in sicurezza e di inventario, conservandoli poi in un deposito.

La locandina dei geologi che ha contribuito al “miracolo”

Una associazione di geologi per pubblicizzare un loro convegno chiedono a Cristini di poter utilizzare una foto da lui scattata. Il manifesto viene notato da Francesca Capanna, docente e restauratrice, nota l’effige della Madonna martoriata e si decide di intervenire con un cantiere di restauro da effettuarsi a Roma. L’Arcidiocesi di Camerino, proprietaria del bene, acconsente immediatamente all’esecuzione del lavoro.

Il recupero degli altri frammenti ritrovati ad agosto

Il lavoro viene affidato ad Adriano Casagrande che con tre allievi-restauratori iniziano il non facile lavoro di ricomposizione. Si nota che mancano alcuni pezzi e si ritorna a Ussita lo scorso agosto. Vengono trovati: una parte del naso della Vergine, le mani del Bambino e altri piccoli frammenti.

Il restauro e i suoi primi importanti frutti

Il lavoro dei restauratori sta proseguendo alacremente e già si stanno vedendo i frutti. La Madonna rimarrà a Roma fin tanto che il suo restauro sarà definitamente ultimato per poi tornare tra le sue montagne dove, sin dal 1500, è stata amata e venerata dalla sua gente con l’appellativo di Madonna delle Rose.