C’è anche la campagna delle Marche con i buoni prodotti dell’agroalimentare dentro il Festival “Risorgimarche” che Neri Marcorè ha fortemente voluto per aiutare la rinascita dei luoghi colpiti dal sisma. Non solo musica – e che musica!, con Niccolò Fabi & Gnu Quartet, Malika Ayane, Daiana Lou, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Bungaro, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia/Luca Barbarossa, Brunori Sas, Max Gazzè, Francesco De Gregori, FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, Gnu Quartet – ma anche solidarietà ed un vero aiuto alle produzioni tipiche della nostra terra e a chi le coltiva.
Con 13 concerti gratuiti, dal 25 giugno al 3 agosto, a Arquata del Tronto, Cingoli, Montegallo, Bolognola, Amandola, Fiastra/Sarnano, San Ginesio, Apiro, Montefortino, Camerino, Montemonaco, Sefro, Pieve Torina/Visso, il Festival si propone anche di tenere alta l’attenzione su un’economia che nelle aree del cratere coinvolge circa 15mila aziende agricole perlopiù a gestione familiare (96,5%), con 247 agriturismi e una superficie rurale che equivale a quasi il 40% dell’intera zona agricola della regione.
«Secondo i dati forniti dalle categorie che con noi collaborano alla realizzazione del festival – ha detto il responsabile del settore agroalimentare di RisorgiMarche, Alberto Mazzoni – il nostro settore ha subito qui un crollo fino al 90% delle vendite sul mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato. E stiamo parlando – ha proseguito – di un’area che, oltre a registrare prima del terremoto in media 1,4 milioni di presenze turistiche annue, presenta la maggiore densità di aziende agricole per kmq a fronte di una piccolissima dimensione media; quindi di imprese con poche autodifese, che subiscono in pieno la tempesta perfetta che si è venuta a creare».
L’agroalimentare marchigiano, che collabora con RisorgiMarche attraverso l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), il Consorzio vini piceni e l’Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime) ha organizzato grazie al supporto di Agrinsieme, Coldiretti, Confartiginato, Confindustria, Cna e Confcommercio il ‘dietro le quinte’ del Festival, che toccherà 13 aree rurali vittime del terremoto. Per ogni concerto, lungo la strada che porta agli eco-spettacoli, saranno allestite ‘isole del gusto’ (fruibili dalle 12.30) con 20-50 aziende dell’enogastronomia e dell’artigianato che venderanno le proprie specialità, a partire da ciauscolo, olive ascolane, norcineria varia, vino cotto, olio, distillati e prodotti dell’artigianato locale. Spazio per gli assaggi prima e dopo i concerti (iniziano alle ore 16.30), per l’acquisto di gadget ricordo (zainetto, magliette e vino), per la degustazione dei vini marchigiani che sono la vera locomotiva per l’export e la ripartenza del brand Marche.
Secondo un’indagine di Nomisma svolta per Imt nel 2016, l’agroalimentare marchigiano è sempre più centrale nell’economia della regione. È infatti di 4 volte maggiore rispetto al totale manifatturiero (+107% contro 27%) la crescita dell’export negli ultimi 10 anni, mentre – in controtendenza – si è mantenuta stabile l’occupazione (70mila addetti) e il valore aggiunto sull’economia regionale è stato negli ultimi anni quasi doppio rispetto alla media nazionale (12% contro 7%). In termini assoluti, la numerosità delle imprese dell’agricoltura nell’area marchigiana del cratere è ampiamente prevalente, con il 26,9% sul totale delle imprese.